Thursday 4 December 2025 - 17:08
Il ricordo di Umm al‑Banin: fede, devozione e coraggio

Nell’anniversario della sua scomparsa, ricordiamo Umm al‑Banin, madre di quattro grandi martiri di Karbala, esempio di devozione, coraggio e lealtà alla famiglia del Profeta, il cui dolore e le cui elegie continuano a ispirare le generazioni.

Agenzia Hawzah News – Umm al‑Banin, il cui nome di nascita era Fāṭima bint Ḥuzām, celebre per devozione, coraggio e incrollabile lealtà alla Famiglia del Profeta, occupa un posto centrale nella memoria storica e spirituale dell’Islam. Le fonti antiche non forniscono dettagli certi sulla sua morte, mentre gli studi successivi ne propongono due versioni: alcuni ritengono che sia deceduta per cause naturali, altri sostengono che, a causa del suo ruolo pubblico nel denunciare le ingiustizie degli Omayyadi dopo la tragedia di Karbala, sia stata avvelenata. Il 13 di Jumādā al‑thāniyya è commemorato come giorno della sua scomparsa, momento di ricordo del suo esempio di devozione, coraggio e incrollabile fedeltà alla Famiglia del Profeta.

Dopo il martirio di Fatima Zahra, pace su di lei, secondo il desiderio della stessa Fatima che aveva raccomandato all’Imam Ali di prendersi cura della famiglia, l’Imam decise di sposarsi nuovamente. Si rivolse al fratello Aqil, rinomato per la sua conoscenza delle genealogie arabe e la saggezza nel valutare nobiltà e virtù, chiedendogli di individuare una donna di eccezionale valore. Aqil suggerì Umm al‑Banin, della illustre tribù dei Banu Kilab, famosa per coraggio, nobiltà e fermezza d’animo. L’Imam Ali accolse con approvazione la scelta e celebrò il matrimonio, dando inizio a una nuova tappa della sua vita familiare, che sarebbe stata segnata dall’amore, dal coraggio e dal destino eroico dei suoi figli.

Prima del matrimonio, Umm al‑Banin raccontò di aver fatto un sogno profetico: si trovava in un lussureggiante giardino, ricco di alberi e fiori, illuminato dalla luce argentea della luna e dallo splendore delle stelle. In quel sogno, quattro astri luminosi le caddero dolcemente in grembo, simbolo dei quattro figli coraggiosi che avrebbe messo al mondo, destinati poi a cadere valorosamente martiri a Karbala. Suo padre, colpito dalla visione, interpretò il sogno come segno di grande benevolenza divina e benedisse con gioia l’unione imminente, augurando felicità e prosperità alla figlia.

Per rispetto verso i figli di Fatima e per non riaprire le loro ferite affettive, scelse di essere chiamata Umm al‑Banin, che significa “madre dei figli maschi”. Dalla sua unione con l’Imam Ali nacquero quattro figli: ʿAbbas, ʿAbd Allah, Uthman e Jaʿfar. Cresciuti nel solco dei valori impartiti dall’Imam Ali e sotto la saggia educazione e formazione di Umm al‑Banin, i ragazzi appresero coraggio, altruismo e nobiltà, diventando esempi viventi di rettitudine e dedizione. Durante la tragedia di Karbala, ʿAbbas si distinse per il suo straordinario valore, mentre i suoi fratelli caddero eroicamente martiri al suo fianco, consacrando la famiglia di Ali e Umm al‑Banin come simbolo di fedeltà e sacrificio per la causa dell’Islam.

Dopo la tragedia di Karbala, Umm al‑Banin si unì a Zaynab bint Ali nel lutto pubblico e nelle commemorazioni dei martiri, assumendo un ruolo di guida nella memoria del sacrificio. Ogni giorno si recava al cimitero di al-Baqīʿ, dove recitava elegie struggenti che toccavano profondamente il cuore dei presenti, arrivando persino a commuovere Marwan ibn al‑Hakam, noto per la sua crudeltà. La sua devozione, il suo dolore silenzioso e le sue preghiere incessanti trasformarono il suo esempio in un faro di pietà e memoria, rendendola una figura centrale nel ricordo e nell’onore della tragedia di Karbala.

Sebbene alcune fonti tardive attribuiscano la sua scomparsa a cause naturali, altri storici sostengono che la sua eloquenza e il coraggio nel denunciare le ingiustizie abbiano provocato l’ostilità degli Omayyadi, che l’avrebbero avvelenata. Umm al‑Banin fu sepolta nel cimitero di al-Baqīʿ, accanto a Fatima bint Asad, madre dell’Imam Ali, in un luogo che custodisce ancora oggi, dopo secoli, la memoria della sua devozione incrollabile e della lealtà eterna alla Famiglia del Profeta. Di certo, la sua vita e le sue azioni rimangono un simbolo di coraggio, pietà e dedizione, ispirando fedeltà e devozione nelle generazioni.

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