Agenzia Hawzah News – Martedì sera 7 aban 1404 (29 ottobre 2025), presso l’Istituto Imam Sadiq (as) a Qom, si è tenuta la lezione etica settimanale dell’Ayatollah Sobhani, alla presenza di seminaristi, studenti, studiosi e delle loro famiglie. Il tema centrale è stato il ruolo salvifico della scienza e la responsabilità morale di chi la coltiva.
L’Ayatollah Sobhani ha ammonito: “La scienza che non è al servizio della salvezza dell’umanità è ignoranza. La corsa agli armamenti è il simbolo della jahiliyya (ignoranza) moderna.” Ha invitato a promuovere un sapere che elevi l’essere umano, non quello che lo conduce alla guerra e al massacro.
Rievocando l’episodio in cui l’Imam Hasan al-Mujtaba (as) radunò i figli suoi e di suo fratello Husayn (as), ha citato: “Voi siete i piccoli di una generazione, presto sarete i grandi di un’altra. Imparate la scienza; chi non riesce a memorizzarla, la scriva e la conservi.” Ha sottolineato che chi vuole guidare deve prima generare grandezza e fiducia in chi lo segue.
Con il verso del poeta al-Tughra’i: “La brama dell’agio fiacca l’ambizione nobile e apre le porte alla pigrizia,” ha esortato gli studenti a non abbandonare lo studio nemmeno nei giorni festivi, mantenendo costanza e dedizione.
Citando l’hadith: “La superiorità del sapiente sull’asceta è come quella della luna piena sulle altre stelle,” ha spiegato che il sapiente cerca di salvare gli altri, mentre l’asceta si preoccupa solo della propria salvezza. I profeti hanno raggiunto i più alti gradi proprio perché si sono sacrificati per la società.
Riferendosi al noto hadith: “L’inchiostro dei sapienti è superiore al sangue dei martiri,” il Grande Ayatollah Ja'far Sobhani ha chiarito che il martire è frutto dell’educazione di un sapiente. Senza maestri come il Sheikh Mofid o il Sheikh Tusi, non ci sarebbero martiri.
Ha narrato un episodio toccante degli ultimi giorni di vita dell’Ayatollah Boroujerdi (ra), il quale temeva di non aver fatto abbastanza. L’Ayatollah Golpayegani lo rassicurò citando l’hadith sull’inchiostro dei sapienti, ricordandogli che le sue opere, come Jami' Ahadith al-Shi'a, erano un’eredità più duratura del martirio in battaglia.
L’Ayatollah Sobhani ha poi analizzato la situazione globale alla luce delle parole dell’Imam Ali (as) nel Nahj al-Balagha, descrivendo la paura reciproca e l’armamento come segni della jahiliyya moderna. “La scienza deve dare vita, aiutare e facilitare la vita. Quella che porta alla guerra e al massacro non ha alcun valore”.
Ha concluso infine con una perla sapienziale tramandata dagli Imam: “Chi ha due giorni uguali ha fallito; chi retrocede è maledetto; chi non avanza è in declino; e chi decade, la morte è per lui più degna della vita”. Un monito che non lascia spazio all’indifferenza, ma chiama ogni coscienza al risveglio.
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