Wednesday 22 October 2025 - 15:09
Linee gestionali e strategiche per la pianificazione e la supervisione dei seminari religiosi

L’Ayatollah Arafi, illustrando il ruolo storico e civilizzante dei seminari religiosi, ha sottolineato l’importanza dei religiosi nel ravvivare il ricordo di Dio, nel formare una generazione consapevole e impegnata e nel proseguire il pensiero e la strategia della Rivoluzione islamica.

Agenzia Hawzah News – Intervenendo a un incontro con i responsabili della pianificazione e della supervisione, a livello centrale e provinciale, dei seminari religiosi, riuniti presso l’Ufficio di direzione dei seminari a Qom, l’Ayatollah Alireza Arafi ha delineato i principi strategici per il futuro dei seminari sciiti.

Il direttore dei seminari ha richiamato la centralità del “ricordo di Dio” (dhikr) come fondamento della formazione spirituale e intellettuale, sottolineando che la missione dei seminari è educare figure capaci di guidare la società con profondità etica e culturale.

Arafi ha insistito sulla necessità di coniugare patrimonio millenario e nuove tecnologie, comprese le scienze cognitive e l’intelligenza artificiale, viste come strumenti che offrono opportunità e sfide. Ha inoltre ribadito che la qualità della formazione deve prevalere sulla quantità: ciò che conta è l’impatto sociale e culturale degli studiosi formati.

Tra le linee gestionali e strategiche per la pianificazione e la supervisione dei seminari religiosi, ha richiamato l’importanza di:

  • capacità di analisi e prospettiva strategica sul futuro;
  • sistemi di valutazione intelligenti e rispettosi, basati anche sull’auto‑valutazione;
  • partecipazione di studenti, docenti e comunità nei processi decisionali;
  • un sistema di incentivi e motivazioni più solido.

Secondo Arafi, i seminari devono sentirsi parte di un percorso storico che, con la Rivoluzione islamica, ha posto la guida religiosa al centro della trasformazione sociale e politica. Ha concluso che i seminari sono chiamati a essere portatori del ricordo di Dio e protagonisti di un cambiamento culturale e civile che riguarda non solo l’Iran, ma l’intero mondo islamico.

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