Tuesday 21 October 2025 - 14:15
La sincerità come chiave della divulgazione religiosa

Nel decimo incontro formativo «Karime-ye Ahlebeit», il religioso sciita Hojjatoleslam Hossein Rafi‘i ha indicato l’umiltà, la sincerità e la vigilanza interiore come fondamenti della divulgazione efficace. Ha sottolineato che cercare la fama significa allontanarsi dal cammino del monoteismo.

Agenzia Hawzah News – Nel suo intervento all’apertura del decimo ciclo formativo «Karime-ye Ahlebeit», rivolto ai referenti delle scuole Amin e ai responsabili provinciali della divulgazione, l’Hojjatoleslam Hossein Rafi‘i, responsabile aggiunto per la divulgazione e gli affari culturali del Seminario, ha affermato che «l’azione sincera è più efficace della parola» e che la chiave del successo nella trasmissione del messaggio religioso risiede nell’umiltà, nella sincerità e nel legame costante con Dio.

Rafi‘i ha ricordato che il divulgatore deve credere che è Dio a far giungere il messaggio, non l’uomo. Se questa convinzione si radica nel cuore, l’azione diventa autentica ed efficace. Ha aggiunto che l’agire per vanità o ricerca di visibilità è incompatibile con la via del monoteismo, e che solo l’azione compiuta con sincerità lascia un segno duraturo.

Riferendosi alla figura del martire Qasem Soleimani, Rafi‘i ha sottolineato il suo esempio di umiltà e vigilanza interiore: «Pur essendo comandante, temeva di cadere nell’orgoglio e chiedeva ai religiosi di esporgli i rischi dell’invidia e dell’autocompiacimento». Inoltre, ha ricordato come Soleimani cercasse l’anonimato, evitando anche e soprattutto gli eventi organizzati in suo onore.

Proseguendo, Rafi‘i ha citato alcuni maestri della disciplina etica, ricordando una frase del compianto Ayatollah Khoshvaqt: «Andate sotto le macerie, affinché Dio vi sollevi da sotto le macerie». Cioè, se l’uomo non cerca di mettersi in mostra, Dio lo innalza; ma se il suo obiettivo è la fama, l’essere visto o l’elogio degli altri, si allontana dal cammino del monoteismo.

Ha poi ricordato episodi della vita dell’Imam Khomeyni, come il suo pianto per non essersi svegliato per la preghiera notturna, e ha citato l’Imam al-Askari: «Il viaggio verso Dio si compie solo montando il destriero della notte». La veglia e la preghiera notturna sono, secondo Rafi‘i, la via per ottenere dignità in questo mondo e nell’altro.

Infine, ha sottolineato che il divulgatore deve essere come un medico compassionevole: non umiliare chi sbaglia, ma curarlo con gentilezza. Ha ricordato l’episodio in cui il Profeta (S), vedendo una donna gettargli cenere sul capo ogni giorno, andò a trovarla quando ella si ammalò, e ha concluso che è questa etica profonda a guidare i cuori verso Dio.

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