Agenzia Hawzah News – In un’intervista ad al-Mayadin Plus, ha ricordato che gli Stati Uniti hanno invitato iracheni e altri popoli a un progetto denominato “liberatore”. Alcune correnti che inizialmente vi si opponevano, ha aggiunto, oggi vi si sono accodate, arrivando persino a lodarlo e sostenerlo.
Secondo Khalesi, il fallimento di diversi movimenti politici, incluso quello islamico, deriva dal fatto che il loro percorso è stato avviato su basi esterne e non autonome. Ha inoltre denunciato l’esistenza di una decisione politica imposta per impedire la soluzione delle crisi economiche e la ricostruzione delle infrastrutture, con l’obiettivo di riportare l’Iraq ai giorni turbolenti del passato, nonostante i grandi sacrifici sostenuti per garantire la sicurezza.
Ha ribadito che le istituzioni di sicurezza sono controllate da agenti legati agli Stati Uniti e che l’esercito non è in grado di compiere azioni efficaci. Ha anche espresso critiche nei confronti di alcuni che si proclamano rappresentanti della marja‘iyya, per aver sfruttato le circostanze e indebolito l’unità nazionale necessaria all’indipendenza dell’Iraq.
Questo religioso iracheno ha poi ribadito: «Il principale decisore influente in Iraq non è l’Iran, bensì gli Stati Uniti, e nel Paese è presente anche un’influenza sionista occulta e pericolosa».
In un’altra parte dell’intervista, l’Ayatollah Khalesi ha fatto riferimento alla posizione regionale dell’Iraq, affermando: «Sebbene l’Iraq abbia assunto una posizione forte e risoluta di fronte agli eventi di Gaza, questo Paese, in virtù del suo peso politico e geografico, ha la capacità di svolgere un ruolo più ampio e determinante».
Ha infine sottolineato: «La resistenza a Gaza ha ottenuto la vittoria, Netanyahu è stato sconfitto, e i sacrifici di Hezbollah e dell’Iran dimostrano che la battaglia regionale è tuttora in corso».
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