Agenzia Hawzah News – In occasione dell’inizio del mese benedetto di Rajab, presentiamo una selezione di passi tratti dalle parole dell’Ayatollah Khamenei, che offrono preziose raccomandazioni spirituali e chiari orientamenti su come valorizzare al meglio questi giorni colmi di grazia.
L’azione più meritevole nel mese di Rajab
L’azione più meritevole che l’essere umano può compiere in questo mese, forse più di ogni altra, è l’istighfār, il chiedere perdono a Dio. Tutti noi abbiamo un bisogno profondo e costante di ricorrere a questa pratica e di rifugiarci in Dio Altissimo. Il perdono divino rappresenta infatti la più grande grazia che Dio concede all’uomo, una misericordia che abbraccia sia questa vita sia l’Aldilà.
Persino i prediletti di Dio, persino il Suo Messaggero e gli Immacolati Imam, pace su di loro, pur nella loro elezione e purezza, non possono fare a meno del perdono divino:
لِيَغْفِرَ لَكَ اللَّهُ مَا تَقَدَّمَ مِنْ ذَنْبِكَ وَمَا تَأَخَّرَ وَيُتِمَّ نِعْمَتَهُ عَلَيْكَ وَيَهْدِيَكَ صِرَاطًا مُسْتَقِيمًا
«Affinché Dio ti redima dalle tue “colpe” passate e future, e completi la Sua grazia su di te, e ti guidi a una Retta Via»
Ciò manifesta con assoluta chiarezza che nessun essere umano è in grado di rendere pienamente al Signore Misericordioso il diritto dell’obbedienza e dell’adorazione che Gli sono dovute. A questo proposito, in un luminoso hadith attribuito al Profeta dell’Islam, pace e benedizioni su di lui e sulla sua Famiglia, e riportato nel Biḥār al-Anwār (vol. 68, p. 23), leggiamo:
مَا عَبَدْنَاكَ حَقَّ عِبَادَتِكَ وَ مَا عَرَفْنَاكَ حَقَّ مَعْرِفَتِكَ
«Non Ti abbiamo adorato come meriti di essere adorato, né Ti abbiamo conosciuto come meriti di essere conosciuto»
È per questa ragione profonda che ogni essere umano, per quanto si sforzi e si impegni, ha un bisogno essenziale della redenzione e della compassione del Signore Eccelso per essere preservato dal male e giungere all’eterna beatitudine. Proprio per questo, invocare il perdono divino è sempre e comunque necessario.
Tratto da un discorso del 26 Dey 1402 – 16 gennaio 2024
Rajab, tempo di supplica e di tawassul
Il mese di Rajab è il mese della supplica, del tawassul — il ricorso ai Diletti di Dio come via rapida e sicura per avvicinarsi a Lui e ottenere la Sua misericordia — dell’attenzione spirituale e del pentimento. In questo tempo benedetto è necessario chiedere perdono con continuità e umiltà, senza mai illudersi di poterne fare a meno.
Il venerabile Profeta dell’Islam, pace e benedizioni su di lui e sulla sua Famiglia, disse (Mīzān al-Ḥikmah, vol. 8):
إنّهُ لَيُغانُ عَلى قَلبِي و إنّي لَأستَغفِرُ اللّه َ في كُلِّ يَومٍ سَبعينَ مَرّةً
«In verità, una velatura grava sul mio cuore, e ogni giorno chiedo perdono a Dio settanta volte»
Senza dubbio, anche il Profeta, pur nella sua perfezione spirituale, ricorreva quotidianamente al perdono divino, chiedendo costantemente l’assoluzione dei propri limiti, almeno settanta volte al giorno.
Il pentimento è perciò un atto necessario per tutti, e in modo particolare per noi, immersi come siamo nelle dinamiche del mondo materiale e soggetti alle sue contaminazioni. L’istighfār purifica parte di queste impurità, liberando l’anima dai loro influssi. Rajab è il mese del perdono: con l’aiuto e la grazia di Dio, approfittiamo pienamente di questa preziosa occasione per avvicinarci a Lui e rigenerare la nostra purezza interiore.
Tratto da un discorso del 3 Tir 1388 – 24 giugno 2009
Rajab, preparazione a Sha‘ban e Ramadan
È opportuno cogliere appieno i giorni benedetti del mese di Rajab per rinnovare la nostra attenzione all’impegno spirituale e morale, indipendentemente dalla fase della vita in cui ci troviamo e dalla natura delle attività che svolgiamo, facendo di questo tempo un’occasione preziosa di crescita interiore e di purificazione dell’anima.
Dalle suppliche del mese di Rajab emerge chiaramente che questo periodo rappresenta un preludio al mese di Sha‘ban e, successivamente, al mese di Ramadan. Questi tre mesi offrono ogni anno un’opportunità preziosa per la crescita spirituale, l’accumulo di riserve interiori e la preparazione al grande cammino della vita e del destino dell’essere umano.
In questo mese recitiamo la seguente invocazione, narrata nell’Iqbāl al-A‘māl (Ibn Ṭāwus, vol. 2, p. 643) e nel Biḥār al-Anwār (Allāma Majlisī, vol. 95, p. 389):
اَللهُمَّ فَاهدِنی هُدَی المُهتَدینَ وَ ارزُقنی اجتِهادَ المُجتَهِدینَ وَ لا تَجعَلنی مِنَ الغافِلینَ المُبعَدین
«O Dio, guidami con la guida dei guidati e concedimi lo sforzo dei diligenti, e non farmi appartenere ai negligenti e agli allontanati»
Con questa luminosa preghiera, il credente implora il Signore Altissimo di accendere nel proprio cuore la luce della guida, di infondergli impegno, perseveranza e costanza, e di preservarlo dalla negligenza spirituale.
In un’altra supplica di questo mese, attribuita all’Imam Sadiq (Miṣbāḥ al-Mutahajjid, Shaykh Ṭūsī, p. 802; Iqbāl al-A‘māl, Ibn Ṭāwus, p. 643; Miṣbāḥ al-Kaf‘amī, p. 528), recitiamo:
اللَّهُمَّ إِنِّی أَسْأَلُكَ صَبْرَ الشَّاكِرِينَ لَكَ وَ عَمَلَ الْخَائِفِينَ مِنْكَ وَ يَقِينَ الْعَابِدِينَ لَكَ اللَّهُمَّ أَنْتَ الْعَلِيُّ الْعَظِيمُ وَ أَنَا عَبْدُكَ الْبَائِسُ الْفَقِيرُ أَنْتَ الْغَنِيُّ الْحَمِيدُ وَ أَنَا الْعَبْدُ الذَّلِيلُ اللَّهُمَّ صَلِّ عَلَى مُحَمَّدٍ وَ آلِهِ وَ امْنُنْ بِغِنَاكَ عَلَى فَقْرِی وَ بِحِلْمِكَ عَلَى جَهْلِی وَ بِقُوَّتِكَ عَلَى ضَعْفِی يَا قَوِيُّ يَا عَزِيزُ اللَّهُمَّ صَلِّ عَلَى مُحَمَّدٍ وَ آلِهِ الْأَوْصِيَاءِ الْمَرْضِيِّينَ وَ اكْفِنِی مَا أَهَمَّنِی مِنْ أَمْرِ الدُّنْيَا وَ الْآخِرَةِ يَا أَرْحَمَ الرَّاحِمِينَ
«O Dio, Ti chiedo la pazienza di coloro che Ti sono riconoscenti, le azioni di coloro che Ti temono e la certezza di chi Ti adora. O Dio, Tu sei l’Altissimo e il Magnifico, e io sono il Tuo servo misero e povero; Tu sei il Ricco e Lodevole, e io sono il servo umile. Benedici Muhammad e la sua Famiglia, e concedimi sufficienza nella mia povertà attraverso la Tua ricchezza, perdona la mia ignoranza con la Tua saggia pazienza e sostienimi nella mia debolezza con la Tua potenza, o Forte, o Invincibile. Benedici Muhammad e la sua Famiglia, i Vicari e i Graditi, e provvedimi a ciò che è essenziale per me in questo mondo e nell’Aldilà, o Misericordiosissimo dei misericordiosi»
Queste sublimi virtù sono ali possenti e luminose che consentono all’essere umano di librarsi in volo: la pazienza dei riconoscenti, lo sforzo e le azioni di chi teme Dio, e la certezza di chi Lo adora. In questo santo mese le imploriamo a Dio, e dalle suppliche insegnate dal sommo Profeta e dagli Immacolati Imam, pace su di loro, apprendiamo che dobbiamo coltivarle con pazienza e nutrirle con perseveranza dentro di noi, affinché ci guidino nella crescita spirituale, nel perfezionamento interiore e ci conducano all’eterna beatitudine.
Tratto da un discorso del 23 Dey 1371 – 13 gennaio 1993
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