Agenzia Hawzah News – Oggi, in occasione del 13 Aban — giornata degli studenti e giornata nazionale contro la tirannia globale, che ricorda anche la presa dell’ambasciata americana del 13 aban 1358 (4 novembre 1979) — la Guida della Rivoluzione Islamica ha incontrato migliaia di studenti, universitari e alcune famiglie dei martiri della guerra dei dodici giorni imposta all’Iran. L’Ayatollah Khamenei ha definito il 13 Aban un giorno di orgoglio e vittoria, nonché il momento in cui si è rivelata l’identità autentica dello Stato americano.
Ha sottolineato l’importanza di fissare il 13 Aban nella memoria collettiva, richiamando l’antica ostilità statunitense verso il popolo iraniano, che risale al colpo di stato del 28 mordad 1332 (19 agosto 1953) e prosegue fino a oggi. La Guida ha ribadito che il dissidio tra la Repubblica islamica e gli Stati Uniti non è occasionale ma strutturale, e ha precisato le condizioni sotto le quali una proposta di collaborazione americana potrebbe essere valutata.
Ha affermato che molte delle difficoltà nazionali possono essere superate soltanto rafforzando il Paese: con una gestione efficace, progresso scientifico, capacità militari e motivazione diffusa. Ha quindi esortato il governo a operare con decisione nei rispettivi ambiti.
L’Imam Khamenei ha poi ricostruito il significato storico e identitario della presa dell’ambasciata, osservando che l’occupazione dell’edificio da parte degli studenti va letta sotto due profili: storico e identitario. Sul piano storico, il gesto degli studenti fu un atto di coraggio e una vittoria popolare; nella storia iraniana vanno ricordati tanto i giorni di splendore quanto quelli di sconfitta e oscurità, perché entrambi appartengono alla memoria nazionale.
Richiamando esempi come l’Editto sul Tabacco di Mirza Shirazi e la resistenza di figure come il compianto Modarres, la Guida ha invitato studenti e studiosi ad approfondire e discutere questi eventi. Allo stesso tempo ha avvertito di non dimenticare le tragedie, come il colpo di stato di Reza Khan del 1299 (1921) e il regime autoritario che ne seguì, che portarono a sofferenze, dittatura e ingerenza straniera.
Sul piano identitario, l’Ayatollah Khamenei ha ricordato che la presa dell’ambasciata rivelò la vera natura del governo degli Stati Uniti e contribuì a chiarire l’essenza della Rivoluzione islamica. Ha poi spiegato il concetto coranico di istikbār (tirannia), come senso di superiorità che sfocia nella pretesa di imporsi sui diritti e sui beni altrui, denunciando come alcuni Paesi — nei secoli passati l’impero britannico, oggi gli Stati Uniti — si siano ritenuti autorizzati a intervenire nei destini di popoli privi di una forte sovranità nazionale.
La Guida della Rivoluzione ha ripercorso gli anni precedenti al colpo di stato del 19 agosto 1953, ricordando il periodo di instabilità, le ingerenze straniere e la dittatura di Reza Khan, e ha lodato l’ascesa del governo nazionale di Mossadeq che nazionalizzò il petrolio. Ha denunciato poi il ruolo degli Inglesi e l’ingerenza americana nel rovesciamento del governo nazionale, evento che segnò l’inizio di una lunga fase di controllo straniero e di sostegno statunitense al regime monarchico.
Riferendosi agli anni successivi alla Rivoluzione, la Guida ha indicato come la popolazione iraniana abbia maturato consapevolezza del carattere ostile degli Stati Uniti a seguito del colpo di stato e del sostegno dato ai regimi imposti, fino alle diverse forme di pressione: boicottaggi, complotti, appoggio a forze ostili, operazioni militari e di intelligence volte a danneggiare l’Iran.
L’Imam Khamenei ha criticato l’interpretazione secondo la quale lo slogan «Morte all’America» sarebbe la causa dell’ostilità statunitense, definendola una lettura capovolta della storia, e ha affermato che la contrapposizione affonda le sue radici in motivi più profondi, legati al conflitto di interessi e all’indole egemonica degli Stati Uniti.
Alla domanda se l’Iran avesse rinunciato a cercare relazioni con gli Stati Uniti, la Guida ha risposto che la natura tirannica di Washington impone la sottomissione, ma che il popolo iraniano, forte delle proprie risorse e della sua vitalità intellettuale e morale, non è disposto ad accettarla. Quanto al futuro, ha osservato che non si possono formulare previsioni definitive, mentre l’impegno immediato resta quello di rafforzare il Paese.
Ha ribadito che la cooperazione con l’Iran è incompatibile con il sostegno costante e incondizionato degli Stati Uniti al regime sionista. Solo se Washington interrompesse tale appoggio, ritirasse le proprie basi dalla regione e ponesse fine alle ingerenze, la questione potrebbe essere presa in considerazione, sebbene non nell’immediato.
Nella parte conclusiva del suo intervento, la Guida ha esortato i giovani a informarsi sui nodi politici fondamentali del passato, del presente e del futuro, a creare circoli di studio per analizzare gli eventi significativi e controversi, e a impegnarsi nella ricerca e nello studio per sostenere il progresso scientifico del Paese. Ha inoltre sottolineato l’importanza di mantenere vivo lo slancio verso l’eccellenza accademica e tecnologica, ed elogiato i progressi compiuti nel settore militare, invitando a proseguire con determinazione su questa strada.
L’Imam Khamenei ha infine invitato i giovani a seguire l’esempio spirituale di figure come Fatima e Zaynab, pace su di loro, a praticare la preghiera, a considerare l’osservanza del velo un dovere religioso, a leggere quotidianamente il Corano e a coltivare il rapporto con la dimensione spirituale. Solo una forza interiore salda, ha detto, consente di proclamare con convinzione “Morte all’America” e di resistere alle pressioni delle potenze nemiche.
La Guida ha infine richiamato l’importanza del legame spirituale dei giovani con il divino, fondamento del progresso nazionale e della capacità di resistere alle ostilità.
Your Comment