Saturday 8 November 2025 - 08:49
Inaugurata a Teheran la statua-simbolo dell’Occidente in ginocchio davanti all’Iran

Cerimonia con fuochi d’artificio e concerto in Piazza della Rivoluzione. La nuova statua, che raffigura l’imperatore romano Valeriano in ginocchio davanti all’Iran, viene presentata come risposta simbolica alla guerra cognitiva e ibrida dell’Occidente, nel ricordo della guerra dei 12 giorni e delle pressioni sanzionatorie occidentali. L’iniziativa valorizza la memoria storica per rafforzare unità e orgoglio nazionale.

Agenzia Hawzah News – In Piazza della Rivoluzione (Meydan‑e Enghelab) è stata inaugurata ieri sera, 07 novembre 2025, una nuova statua ispirata al celebre rilievo di Naqsh‑e Rostam, necropoli monumentale situata nella provincia di Fars, a circa 12 km da Persepoli. L’opera raffigura Publio Licinio Valeriano, imperatore romano catturato nel 260 d.C. dalle armate iraniane nei pressi di Edessa, in ginocchio davanti al re persiano Shapur I. Deportato in Iran insieme al suo esercito, Valeriano trascorse il resto della sua vita in prigionia, fino alla morte. La sua cattura segnò un’umiliazione senza precedenti per Roma e si trasformò in un simbolo eterno della potenza della civiltà iraniana. Valeriano fu infatti il primo e unico imperatore romano ad essere catturato vivo e tenuto prigioniero, un evento rimasto senza paragoni nella storia.

La cerimonia è stata accompagnata da fuochi d’artificio e da un grande evento musicale con la partecipazione di Parvaz Homay, Garsha Rezaei, Mostafa Ragheb, Meysam Ebrahimi, Hamed Homayoun e l’Orchestra Sinfonica di Teheran.

L’iniziativa giunge nel ricordo della guerra dei 12 giorni, quando la Repubblica Islamica ha affrontato Israele, dimostrando la continuità della sua lotta contro l’arroganza e l’espansionismo occidentale. La scelta di riportare alla luce anche la storia preislamica dell’Iran si inserisce in una strategia più ampia: rafforzare l’unità nazionale e rispondere alla guerra cognitiva e ibrida dell’Occidente, mostrando che la resistenza passa anche attraverso la cultura e la memoria storica.

Oltre al messaggio politico immediato, la statua si carica di significati più profondi: è memoria storica che richiama le radici millenarie dell’Iran, risposta culturale alle pressioni esterne e rafforzamento dell’orgoglio nazionale. Gli analisti sottolineano come il monumento si inserisca in un progetto culturale più ampio, volto a consolidare la coesione interna e a riaffermare che la vera indipendenza e l’autentica libertà nascono dalla forza dei popoli stessi.

Insomma, Roma, che appariva invincibile, è caduta ed è scomparsa per sempre. L’Iran, invece, è ancora in piedi, a testa alta, oggi potenziato, equilibrato e nobilitato dall’Islam e dalla Dottrina Sciita, pronto a ripetere la storia e a rimettere in ginocchio l’espansionismo occidentale.

Qui memoria storica, orgoglio e unità nazionale non sono strategie, ma tattiche: strumenti per i sublimi scopi del puro e vero Islam, rivelato al Profeta e custodito e tramandato fino ai nostri giorni dall’Ahl al‑Bayt, il cui fine supremo è liberare l’essere umano dalla sottomissione ai tiranni, esteriori e interiori, per condurlo alla sottomissione del Vero.

Mostafa Milani Amin

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