Agenzia Hawzah News – Nel corso di un incontro con gli organizzatori del Congresso dei Martiri della provincia di Alborz, la Guida della Rivoluzione Islamica ha posto l’accento sul significato profondo della commemorazione dei caduti e sulla necessità di trasformare la memoria in un processo culturale vivo e duraturo.
Ringraziando gli organizzatori per l’impegno profuso, è stato sottolineato come la provincia di Alborz, caratterizzata da una popolazione proveniente da diverse regioni dell’Iran, rappresenti un crocevia sociale e culturale strategico. Proprio questa composizione rende possibile che iniziative nate a Karaj possano estendersi e influenzare l’intero Paese.
Uno dei punti centrali dell’intervento ha riguardato il rischio di fermarsi alla sola organizzazione formale degli eventi commemorativi. Libri, film e iniziative culturali — è stato osservato — non sono sufficienti se non raggiungono realmente il pubblico. Alla progettazione deve seguire un lavoro costante di diffusione, cura dei contenuti e verifica dell’impatto: solo così lo sforzo iniziale può tradursi in risultati concreti.
L’attenzione dell’Imam Khamenei si è soffermata sulle ragioni profonde che hanno spinto migliaia di giovani a scegliere il sacrificio estremo. Ridurre il fenomeno del martirio a una reazione emotiva o a una mobilitazione occasionale è stato indicato come una lettura fuorviante e riduttiva. Alla base di quelle scelte vi era invece una consapevolezza matura, alimentata da motivazioni di natura spirituale, etica e civile: il desiderio di avvicinarsi a Dio, il senso del dovere religioso, la responsabilità verso la patria e la determinazione a difendere l’identità, la cultura e l’indipendenza del Paese di fronte alle minacce esterne.
L’Ayatollah Khamenei ha definito queste motivazioni un patrimonio spirituale essenziale, da preservare e trasmettere alle nuove generazioni. Ha inoltre messo in guardia dal rischio di un progressivo indebolimento di tali valori, favorito da una comunicazione culturale spesso insufficiente, superficiale o meramente rituale, incapace di rendere vivo e comprensibile il significato profondo di questa eredità storica e morale.
In un contesto segnato da intense pressioni mediatiche e culturali, il Leader della Rivoluzione ha descritto i giovani iraniani come una risorsa di grande valore, sottolineando come molti di loro, pur affrontando difficoltà crescenti, continuino a difendere e a rafforzare consapevolmente la propria identità religiosa e morale, un orientamento che egli ha indicato come segnale di vitalità sociale e come base solida su cui costruire il futuro del Paese.
L’Imam Khamenei ha ribadito che le commemorazioni non devono esaurirsi in un esercizio di memoria formale, ma assolvere alla funzione più impegnativa di trasmettere in modo consapevole e duraturo valori quali il sacrificio, l’altruismo e la responsabilità collettiva, affinché le nuove generazioni possano interiorizzarli e assumere un ruolo attivo nel guidare l’Iran nel suo percorso di sviluppo sociale e culturale.
In conclusione, l’Ayatollah Khamenei ha auspicato che il lavoro avviato nella provincia di Alborz non rimanga un’esperienza isolata, ma possa consolidarsi come un modello culturale replicabile in altre regioni del Paese, capace di rafforzare in modo duraturo il legame tra memoria storica, identità nazionale e responsabilità delle nuove generazioni nel plasmare il futuro della società iraniana.
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