Agenzia Hawzah News – Lo scrittore e analista iracheno Muhammad Sadiq al‑Hashimi, direttore del Centro Studi sull’Iraq, ha pubblicato un editoriale in cui analizza i risultati delle recenti elezioni parlamentari irachene, sottolineando la vittoria dei candidati vicini ai gruppi della Resistenza e alla comunità sciita.
Secondo al‑Hashimi, i dati elettorali mostrano un rafforzamento dell’asse della Resistenza rispetto ai gruppi secolari e nostalgici del pensiero baathista, che hanno registrato un calo significativo di consensi. La vittoria di formazioni come Badr, Huqūq, Stato di diritto e al‑Ṣādiqūn indica che il popolo iracheno ha scelto di confermare il ruolo delle forze di Resistenza nella difesa dell’indipendenza nazionale.
La nuova composizione del Parlamento, osserva l’analista, costituirà un ostacolo concreto ai piani statunitensi volti a indebolire le Forze di mobilitazione popolare (al‑Ḥashd al‑Shaʿbī).
Al‑Hashimi evidenzia inoltre che la stampa occidentale e araba ha reagito con sorpresa a questi risultati, riconoscendo che la vittoria in Iraq è anche una vittoria della Resistenza, della marjaʿiyya e dell’Iran: la partecipazione popolare e l’esito delle urne dimostrano il ritorno della cultura della wilāya e la capacità dell’Iran di riorganizzare il fronte sciita dopo gli eventi della Tempesta al-Aqsa.
Questa vittoria, prosegue l’editorialista, conferma che l’Iran possiede esperienza e strumenti per mobilitare il popolo iracheno, organizzare le sue dinamiche politiche e infondere speranza e resistenza nella società. Così come gli Stati Uniti e Israele hanno subito sconfitte militari durante la guerra della Tempesta al-Aqsa, ora devono fare i conti con una sconfitta politica in Iraq.
Al‑Hashimi ha aggiunto che l’Iran e l’asse della Resistenza stanno passando da una dimensione puramente militare a una più ampia e profonda partecipazione politica, grazie al coinvolgimento dei partiti sciiti vicini al fronte.
In conclusione, l’analista saluta la vittoria dei musulmani sciiti in Iraq, la loro guida religiosa e il sacrificio del loro sangue puro, considerandola una tappa decisiva nel rafforzamento del ruolo del Fronte della Resistenza nella regione.
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