Agenzia Hawzah News – Il 14 novembre 2000 Gianni Agnelli fece redigere una bozza di donazione che assegnava al figlio Edoardo il 25% della Dicembre, cassaforte dell’impero Fiat. Il giorno dopo, Edoardo fu trovato morto sotto un viadotto a Fossano. Per anni si parlò di suicidio. Oggi, documenti sequestrati dalla Procura di Torino rivelano che Edoardo era l’erede designato, e che la sua esclusione fu il frutto di un piano orchestrato per favorire John Elkann.

La donazione, coerente con un testamento segreto del 1998, smentisce la cosiddetta “lettera di Monaco” del 1996, usata per giustificare il passaggio di potere al nipote. Il documento, mai reso pubblico, è stato ritrovato tra le carte dello studio di Franzo Grande Stevens, regista della successione insieme a Gianluigi Gabetti. La quota destinata a Edoardo è finita invece a Elkann, oggi alla guida di Stellantis.
La madre Margherita Agnelli contesta la successione e punta a far annullare il patto successorio. I suoi legali sostengono che la decisione fu presa senza conoscere la reale volontà dell’Avvocato e l’entità del patrimonio. I documenti sequestrati mostrano un piano preciso, bloccato solo dalla morte improvvisa di Edoardo.
Edoardo Agnelli era un uomo colto, spirituale, convertito all’Islam e vicino alla Rivoluzione Islamica dell’Iran. La sua fede sciita duodecimana e la sua visione antimaterialista erano incompatibili con l’assetto di potere che si voleva preservare. La sua morte, oggi, appare come l’eliminazione di un ostacolo ideologico e dinastico.
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