Saturday 8 November 2025 - 19:29
Cinque grandi missioni dei seminari / Fondamenti del sistema di assistenza nell’Islam

Il direttore dei seminari del Paese ha sottolineato la necessità di ricreare il sistema di assistenza sulla base degli insegnamenti islamici e ha affermato che l’assistenza ai seminaristi costituisce l’infrastruttura di tutte le missioni proprie del seminario e il fondamento del suo ruolo nella trasformazione civile della società.

Agenzia Hawzah News – Durante l’incontro con i direttori centrali e provinciali del Dipartimento per i seminaristi e i laureati delle scuole religiose, tenutosi presso la scuola Masoumiyeh di Qom, l’Ayatollah Arafi ha espresso cordoglio per i giorni del lutto per il martirio di Fatima Zahra, pace su di lei, e ha ringraziato gli organizzatori del convegno, in particolare il Dipartimento per i seminaristi. Ha inoltre considerato preziosa la presenza dell’Hojjatoleslam Qanavati in questo incarico, per merito personale, esperienza gestionale e conoscenza diretta delle realtà seminariali.

Il sistema di assistenza nell’Islam

L’Ayatollah Arafi ha spiegato che nell’Islam l’assistenza costituisce un sistema completo e coerente, volto a soddisfare i bisogni degli altri, siano essi individuali o collettivi. Ha richiamato numerosi hadith sull’importanza del soddisfare le necessità del credente, ricordando che secondo l’Imam Sadiq, pace su di lui, questo atto è superiore a mille pellegrinaggi accettati o alla liberazione di mille schiavi. Anche l’Imam Kazim, pace su di lui, ha affermato che Dio ha servi sulla terra che si dedicano a colmare i bisogni della gente e che, per questo, saranno al sicuro nel Giorno del Giudizio.

I livelli del bisogno

L’Ayatollah Arafi ha distinto tre livelli di bisogno:

  1. Bisogno reale (oggettivo): presente anche prima che la persona ne abbia consapevolezza.
  2. Bisogno consapevole (percepito): accompagnato dalla coscienza del bisogno e dalla sofferenza per la sua mancanza.
  3. Bisogno espresso (manifestato): dichiarato apertamente attraverso richiesta o domanda.

In cima a tutti i bisogni, ha ribadito, vi è il bisogno di Dio, come afferma il Corano (Sura Fāṭir, 15): «O uomini, voi siete tutti bisognosi di Dio, mentre Dio è il Ricco, il Degno di lode».

Le due ali della felicità: culto e assistenza

Secondo l’Ayatollah Arafi, l’uomo ha bisogno di due ali per raggiungere la perfezione: da un lato l’adorazione di Dio, dall’altro l’assistenza agli uomini. L’identità fondamentale del seminario consiste proprio in questa assistenza, che si manifesta soprattutto sul piano intellettuale e morale, offrendo sapienza divina e risposte alla sete spirituale dell’umanità.

Quattro principi dell’assistenza islamica

Ha poi elencato quattro principi fondamentali.

  1. Guardare la creatura con lo sguardo divino – servire gli altri equivale a servire Dio.
  2. Salvaguardia della dignità del destinatario – il beneficiario ha una dignità intrinseca.
  3. Assistenza disinteressata – il vero servizio è per Dio, non per ricompense terrene.
  4. Sistema delle priorità – maggiore valore ai servizi fondamentali e strutturali.

Le cinque missioni principali del seminario

Arafi ha indicato cinque grandi missioni dei seminari.

  1. Formazione di personale attraverso l’insegnamento.
  2. Produzione di scienza e contenuti mediante la ricerca.
  3. Educazione di uomini credenti.
  4. Divulgazione e jihad della chiarificazione.
  5. Gestione religiosa e applicazione dei valori divini nella società.

Ogni servizio, ha detto, deve essere collegato a uno di questi obiettivi, con un risultato finale che sia un sapiente, un insegnante, un ricercatore, un divulgatore o un dirigente culturale capace di guidare la società verso gli ideali della Rivoluzione e della Civiltà islamica.

Attenzione ai seminaristi e ai laureati

Ha distinto poi due ali del lavoro del Dipartimento: i seminaristi in formazione e i laureati già impegnati nelle missioni. Ha classificato i laureati in cinque categorie: attivi nell’insegnamento e nella gestione seminariale; impegnati nella divulgazione e nei programmi di migrazione e missione; ricercatori in altri istituti scientifici; occupati in enti e organizzazioni; altri laureati. Ha sottolineato la necessità di mantenere il legame con oltre 30.000 laureati, metà dei quali operano in istituzioni pubbliche.

Strategie di uscita e permanenza

L’Ayatollah Arafi ha richiamato due politiche complementari:

  1. Uscita strategica dal seminario – formazione e invio di personale qualificato nelle moschee, nelle scuole e nella società.
  2. Permanenza strategica – valorizzazione e conservazione dei talenti migliori all’interno del seminario, per garantirne il futuro scientifico e gestionale.

Ha sottolineato la necessità di equilibrio, mettendo in guardia contro la presunzione dei più dotati e il senso di inferiorità degli altri.

Altri assi strategici

Tra gli aspetti complementari, l’Ayatollah Arafi ha richiamato:

  • salute integrale dei seminaristi – alimentazione, sport, famiglia e consulenza;
  • uso delle tecnologie avanzate e dell’intelligenza artificiale;
  • analisi basata sui dati e statistiche precise;
  • sinergia interna e cooperazione con altre istituzioni;
  • ordine e pulizia degli ambienti;
  • salvaguardia della dignità del seminario;
  • sviluppo qualitativo e quantitativo nelle province;
  • decentramento intelligente con supervisione;
  • partecipazione attiva degli studenti ai servizi;
  • qualità nell’ammissione;
  • priorità al problema abitativo dei seminaristi;
  • sostegno agli insegnanti a tempo pieno.

Conclusione

Nella parte finale, l’Ayatollah Arafi ha ribadito che il suo intervento si è sviluppato attorno a due assi principali: il sistema di assistenza islamica e le attese dal Dipartimento per i seminaristi. Ha evidenziato che il secondo programma quinquennale è ormai in fase di completamento e che, forte dell’esperienza maturata con il primo, sarà possibile compiere passi più decisivi e fondamentali verso l’obiettivo di un «seminario guida e modello».

Ha concluso esprimendo gratitudine ai collaboratori per gli sforzi e la dedizione, e ha dato spazio alle domande e ai contributi dei rappresentanti delle diverse province, sottolineando così il carattere partecipativo e condiviso del percorso intrapreso.

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