Agenzia Hawzah News – L’Hojjatoleslam Hamid Maleki, vice‑direttore del Seminario di Qom, ha sottolineato la necessità di una consapevolezza diffusa e di una protezione attiva contro i rischi derivanti dalle nuove tecnologie e dallo spazio virtuale, richiamandosi al comando coranico: «O voi che credete, preservate voi stessi e le vostre famiglie dal Fuoco» (Sura al‑Tahrim, versetto 6).
Nel suo intervento, Maleki ha evidenziato che l’ingresso delle tecnologie moderne e delle piattaforme digitali nella società, e in particolare nella comunità dei seminari, impone una responsabilità diretta: «Dobbiamo proteggere noi stessi, le nostre famiglie e coloro che sono affidati alla nostra educazione e guida». Ha ricordato che insegnanti, professori e responsabili hanno il dovere di salvaguardare studenti e comunità dai pericoli di tali strumenti.
Il vice‑direttore del Seminario di Qom ha ribadito che la famiglia è il primo bersaglio delle minacce provenienti dal cyberspazio: «È mirabile che Dio abbia posto la famiglia al centro dell’educazione. Nel versetto 74 della Sura al‑Furqan si legge: “Signore, concedici dalle nostre spose e dai nostri figli la gioia dei nostri occhi e rendici guida per i timorati”. Questo è uno dei più sublimi e profondi richiami del Corano, che pone la famiglia come fondamento della salute e della guida della società umana».
L’Hojjatoleslam Maleki ha poi aggiunto che una famiglia in cui rimangono saldi i legami tra padre e madre, i legami tra genitori e figli, così come i vincoli di parentela e di affinità, secondo quanto affermato dal Corano e dalle tradizioni, sarà condotta al sentiero della salute e della guida. Numerosi hadith confermano questa innegabile verità.
Concludendo, il vice‑direttore del Seminario di Qom, richiamando la grave responsabilità che incombe sui seminaristi e sui religiosi, ha sottolineato: “In questo ambito, dobbiamo anzitutto proteggere noi stessi e, ancora una volta, ricordare con fermezza che i valori divini vanno applicati per salvaguardare la persona, la famiglia e l’intera società iraniana, affinché non cada vittima dei pericoli delle nuove tecnologie e dello spazio virtuale”.
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