Agenzia Hawzah News – L’Hojjatoleslam Mohammad-Javad Golsorkhi, divulgatore specializzato del Dipartimento culturale e divulgazionale dell’Ufficio per la divulgazione islamica del seminario di Qom, ha illustrato in un’intervista le attività del gruppo «Consulenti della Casa Celeste», da lui fondato e diretto dal 2007.
Attivo inizialmente nelle scuole di Teheran, il gruppo ha avviato corsi di consulenza familiare per genitori, con l’obiettivo di rafforzare il ruolo educativo della famiglia e prevenire le crisi sociali ed etiche. In soli tre anni, sono stati organizzati oltre 3000 workshop su adolescenza, psicologia giovanile e comunicazione educativa, coinvolgendo migliaia di famiglie.
Nel 2018, con il sostegno dell’Ufficio per la divulgazione islamica, è stato avviato a Teheran il più ampio corso di psicologia con approccio islamico, rivolto a consulenti selezionati. Il ciclo formativo, della durata di 200 ore, ha visto la partecipazione di docenti come il dottor Abedini, il dottor Fazeli e il dottor Salarifar, lasciando un’impronta profonda nei partecipanti.
Tra le iniziative più innovative, l’Hojjatoleslam Golsorkhi ha promosso l’apertura di centri di consulenza religiosa e psicologica in 14 stazioni della metropolitana di Teheran. Dal 2018, oltre 56.000 cittadini hanno beneficiato di questi servizi, con un impatto tangibile sulla vita quotidiana e familiare dei partecipanti, in particolare durante il mese di Muharram e il Ramadan.

Il gruppo è attivo anche nelle scuole più vulnerabili della capitale, dove affronta problematiche come la depressione giovanile, la dispersione scolastica e le difficoltà familiari legate a povertà, dipendenze e genitorialità fragile. L’approccio integrato include consulenza, assistenza sociale e interventi concreti come sostegno economico, inserimento lavorativo e accesso alla casa.
«La tutela della famiglia è la chiave per affrontare le crisi sociali ed etiche», ha dichiarato l’Hojjatoleslam Golsorkhi, sottolineando l’importanza dell’educazione e del rafforzamento delle competenze. «Non ci limitiamo ad aiutare: formiamo le persone affinché possano affrontare autonomamente le proprie difficoltà».
In chiusura, ha espresso fiducia nel futuro: «Con un approccio religioso e strumenti moderni, possiamo costruire una società più sana e vitale. Speriamo che questa esperienza diventi un modello per altri divulgatori e operatori sociali nel Paese».
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