Thursday 23 October 2025 - 13:12
L’innovazione scientifica e il pensiero politico sono due caratteristiche eminenti di Allameh Naini

Le dichiarazioni della Guida Suprema della Rivoluzione Islamica nell’incontro con gli organizzatori del convegno internazionale dedicato ad Allameh Mirza Naini, tenutosi questa mattina a Qom, sono state pubblicate.

Agenzia Hawzah News – Nel discorso ai promotori del convegno internazionale dedicato al compianto Allameh Mirza Naini, la Guida Suprema ha delineato i tratti eminenti di questo grande maestro del seminario di Najaf: la riforma metodologica nello studio degli uṣūl al‑fiqh (principi della giurisprudenza islamica), la formazione di allievi di altissimo livello e l’originalità di un pensiero politico che anticipa i principi della Repubblica Islamica.

Il Leader ha ricordato come Naini sia stato una delle colonne della scuola di Najaf, capace di dare nuova vitalità alla scienza degli uṣūl con ordine e chiarezza, attirando generazioni di studenti e formando figure di spicco come al-Khoei e al‑Hakim. La sua lezione, ha sottolineato, non si limitò al piano accademico: egli fu tra i pochi marjaʿ a elaborare una vera dottrina politica.

A questo proposito, l’Ayatollah Khamenei ha dichiarato: «Osservate come egli delinea e presenta un modello di governo come pensiero politico: innanzitutto è un governo, è potere; in secondo luogo trae origine dal popolo, che elegge i suoi rappresentanti; in terzo luogo è conforme ai concetti religiosi e alle norme divine e giuridiche, senza le quali non avrebbe senso. Si tratta dunque di un governo islamico e popolare. Se volessimo esprimerlo con il linguaggio di oggi, diremmo “Repubblica Islamica”: “repubblica” significa popolare, “islamica” significa religiosa. Certo, egli non si avvicina mai a queste formulazioni moderne né le utilizza, ma il senso delle sue parole è questo: un governo costituito da un gruppo di credenti e persone rette e fedeli, scelti dal popolo e sottoposti a una rigorosa vigilanza popolare; responsabili in ogni settore che devono rendere conto e rispondere alle domande; e i deputati devono legiferare, ma le leggi non hanno validità se non approvate dai sapienti religiosi. Questo è il nucleo del suo pensiero, ed è una questione di grandissima importanza».

La Guida Suprema ha sottolineato che il nucleo di tale pensiero è la wilaya, contrapposta al dispotismo, unita al principio della vigilanza nazionale: un “Consiglio dei deputati” eletto dal popolo con funzione legislativa, le cui leggi acquistano validità solo con l’approvazione dei grandi sapienti religiosi. Le elezioni, per Naini, sono un dovere religioso, fondato sull’amr bi‑l‑maʿruf e sulla responsabilità collettiva.

Questo modello, ha osservato, corrisponde a ciò che oggi si definisce Repubblica Islamica: insieme popolare e religiosa. Il Leader ha inoltre chiarito che il ritiro del libro Tanbih al‑Umma da parte di Naini non fu segno di ripensamento dottrinale, ma conseguenza della degenerazione della Rivoluzione costituzionale in Iran (1905‑1911) sotto l’influenza coloniale, che trasformò l’ideale di giustizia in un progetto manipolato e segnato da tragedie come l’impiccagione di Sheikh Fazlollah Noori.

La Guida Suprema ha poi ricordato la dimensione spirituale di Naini, uomo di pietà e di preghiera, legato a grandi maestri come Mulla Husaynquli Hamadani e Jahangir Khan Esfahani, noto per la sua intensa devozione notturna. La sua influenza si estese a Qom, Najaf e Mashhad, dove allievi e successori come Mirza Mahdi Esfahani e l’Ayatollah Milani ne mantennero viva la lezione.

In conclusione, la Guida Suprema ha auspicato che il convegno internazionale possa restituire in tutta la sua ampiezza la figura di questo giurista e pensatore d’eccezione, modello di rinnovamento metodologico, formatore di allievi di alto livello e interprete di un pensiero politico profondamente radicato nella fede.

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