Tuesday 16 December 2025 - 09:04
Mi sorprende che alcuni neghino ancora l’esistenza delle scienze umane islamiche

Nel suo intervento all’Università di Qom, l’Ayatollah Arafi ha ribadito il ruolo centrale delle scienze umane islamiche nel Manifesto del Secondo Passo della Rivoluzione Islamica, sottolineando l’inscindibile legame tra scienza, filosofia ed etica e criticando le posizioni che negano l’esistenza di un autentico paradigma islamico delle scienze umane.

Agenzia Hawzah News – Nel suo intervento all’Università di Qom, in occasione della cerimonia conclusiva del convegno nazionale «Le scienze umane islamiche nell’orizzonte del Manifesto del Secondo Passo della Rivoluzione Islamica», l’Ayatollah Alireza Arafi ha ribadito che le scienze umane islamiche rappresentano il fondamento e lo spirito del Manifesto del Secondo Passo della Rivoluzione Islamica, pur non essendo esplicitamente menzionate nel testo.

Arafi ha evidenziato che la prima raccomandazione della Guida Suprema nel Manifesto riguarda la scienza e la ricerca, intese come il principale strumento di dignità, forza e progresso di una nazione. La civiltà occidentale, ha osservato, pur avendo raggiunto un notevole potere grazie al sapere scientifico, presenta una debolezza strutturale nei suoi fondamenti filosofici ed etici, poiché lo sviluppo della scienza si è realizzato senza un orientamento verso la felicità e il bene autentico dell’essere umano.

Secondo il direttore dei seminari iraniani, scienza, filosofia ed etica sono inscindibili: nessuna disciplina, neppure quella sperimentale o tecnologica, può svilupparsi senza radici filosofiche e presupposti etici, espliciti o impliciti. Ritenere che le scienze umane o le tecnologie siano neutrali e autonome rispetto a una visione del mondo rappresenta un errore metodologico.

L’Ayatollah Arafi ha respinto con decisione le posizioni che negano l’esistenza delle scienze umane islamiche, ricordando che sono state elaborate numerose teorie — almeno una dozzina — per definirne natura e statuto epistemologico. Anche senza aderire a una specifica formulazione teorica, negarne in blocco l’esistenza equivale a ignorare il legame strutturale e inevitabile tra il sapere scientifico, la visione filosofica dell’uomo e del mondo e i fondamenti morali e religiosi che orientano ogni produzione di conoscenza.

Egli ha ribadito la necessità di una reale integrazione tra seminario e università quale condizione imprescindibile per l’elaborazione di nuovi modelli di civiltà, sottolineando che le scienze umane non si esauriscono nella dimensione teorica, ma si esprimono anche nei campi dell’arte, dell’architettura, dell’educazione e della cultura. In questo quadro ha richiamato l’esempio storico di Shaykh Bahāʾī, figura emblematica capace di coniugare in modo armonico scienze religiose, sapere tecnico, arte e progettazione architettonica.

Tra le priorità indicate figurano:

  • la riforma e il potenziamento del fiqh, della filosofia e del kalām (la teologia razionale islamica, volta a fondare e difendere le verità della fede attraverso l’argomentazione razionale), in risposta alle nuove esigenze scientifiche, sociali e culturali;
  • la fondazione di un autentico fiqh dell’educazione, capace di offrire basi normative, epistemologiche e metodologiche solide ai sistemi formativi e pedagogici;
  • il rafforzamento dell’esegesi coranica specialistica, orientata a una lettura tematica, contestuale e interdisciplinare del sacro Corano;
  • lo sviluppo di un dialogo strutturato, critico e continuativo con le scienze moderne e le scienze umane contemporanee, finalizzato a una reale integrazione dei saperi e alla costruzione di nuovi modelli conoscitivi e di civiltà.

Arafi ha infine richiamato l’attenzione sulle nuove tecnologie, in particolare sull’intelligenza artificiale, evidenziando come esse richiedano fondamenti solidi e coerenti di ordine filosofico, teologico, giuridico ed etico. La produzione di teorie scientifiche affidabili, sia nell’ambito delle scienze umane islamiche sia in quello delle tecnologie emergenti, è possibile solo attraverso una collaborazione continuativa e profonda tra seminario e università, capace di coniugare il rigore scientifico con tali fondamenti.

Il Manifesto del Secondo Passo della Rivoluzione, ha concluso, si configura come un documento di straordinario valore strategico e programmatico, la cui piena e coerente attuazione esige un impegno intellettuale e istituzionale continuo, responsabile e lungimirante, fondato sulle scienze umane islamiche intese come anima ispiratrice e asse portante del progetto di una civiltà futura autenticamente radicata nei valori islamici.

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