Monday 8 December 2025 - 06:53
Rafforziamo la volontà dei nostri figli, non i loro desideri

A volte i genitori, pur animati da buone intenzioni e affetto, soddisfano subito i bisogni del bambino, indebolendone però la forza di volontà. Così il bambino non impara la pazienza né a gestire i propri desideri, e da adulto ne pagherà le conseguenze in termini di autocontrollo e capacità decisionale.

Agenzia Hawzah News – L’Hojjatoleslam Seyyed Alireza Tarashion, in una delle sue conferenze, ha affrontato il tema della “educazione della volontà nei figli”, che qui presentiamo ai lettori.

A volte accade che i genitori, persino con buone intenzioni, indeboliscano involontariamente la volontà del loro bambino.

Per esempio: un bambino di tre o quattro anni è seduto sul sedile posteriore dell’auto e ha sete.

Il padre dice: «Aspetta, tra un quarto d’ora arriviamo a casa e potrai bere». Ma la madre, vedendo che il bambino è a disagio, dice: «Perché deve aspettare? Fermiamoci un attimo e compriamo una bottiglietta».

Lei pensa di agire correttamente e di mostrare affetto al bambino, ma in realtà questo comportamento indebolisce la volontà del piccolo.

In condizioni normali, un bambino di tre anni può tranquillamente restare dieci o quindici minuti senza acqua, senza subire alcun danno.

Se i genitori soddisfano sempre e subito i bisogni del bambino, ne compromettono lo sviluppo della forza di volontà: il piccolo non imparerà ad aspettare e, col tempo, non svilupperà la capacità di gestire i propri desideri né di tollerare l’attesa.

Questo problema si manifesta anche in età adulta: chi da bambino ha visto i propri desideri soddisfatti immediatamente e la propria volontà poco considerata, da grande sarà più vulnerabile agli stimoli e alle tentazioni, con una ridotta capacità di autocontrollo e di prendere decisioni.

Anche gli stili di vita moderni, con dinamiche simili, indeboliscono naturalmente la volontà dei bambini.

Con questi comportamenti inconsapevoli prepariamo il terreno, in età adulta, a scarsa tolleranza, difficoltà nell’attendere e una gestione debole dei propri desideri.

In altre parole, l’eccesso di attenzioni e il soddisfare subito ogni richiesta, pur sembrando atti di cura, finiscono per danneggiare lo sviluppo delle capacità e della forza decisionale del bambino, privandolo di una risorsa fondamentale per la vita.

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