Wednesday 26 November 2025 - 16:56
Il ricordo della morte e della resurrezione non è depressione

L’Hojjatoleslam Mahdi Hadi, presidente dell’Associazione di Psicologia Islamica del Seminario di Qom, discute il ruolo della psicologia islamica nella società contemporanea, chiarendo concetti chiave come depressione, gioia e piacere, e illustrando iniziative di formazione, ricerca e collaborazione internazionale.

Agenzia Hawzah News – Nel dibattito contemporaneo sulla relazione tra psicologia e tradizione islamica, l’esperienza dell’Associazione di Psicologia Islamica del Seminario di Qom rappresenta un punto di riferimento autorevole e innovativo. L’Hojjatoleslam Mahdi Hadi, presidente dell’Associazione, evidenzia come la sfida principale non sia rigettare la psicologia moderna né considerarla una minaccia per l’identità religiosa, ma piuttosto reinterpretarne concetti, strumenti e finalità all’interno di un solido quadro epistemologico islamico. L’intento non è elaborare un’alternativa ideologica alla psicologia occidentale, ma costruire una sinergia critica: un percorso integrativo che sappia coniugare i contributi scientifici validi e consolidati con la profondità spirituale, la riflessione etica e la razionalità del ricco patrimonio islamico-iraniano. In questo modo, la psicologia islamica si propone come disciplina capace di dialogare con la scienza contemporanea, offrendo strumenti pratici e teorici per il benessere mentale e spirituale della società musulmana, senza rinunciare alla propria identità culturale e religiosa.

L’Associazione opera su questo fronte da oltre vent’anni, consolidando progressi significativi nel campo della psicologia islamica. Negli ultimi mandati, ha registrato un consistente aumento dei membri, organizzato convegni ampiamente partecipati e avviato la rivista accademica Salute e Psicologia Islamica Applicata, offrendo così un canale stabile per la diffusione di ricerca scientifica rigorosa. Accanto a queste attività, sono in corso programmi strutturati di formazione, tra cui il corso Introduzione alla Psicologia Islamica e la redazione di un vero e proprio «percorso di studi», concepito per guidare studenti, ricercatori e professionisti nell’approfondimento dei concetti, delle metodologie e delle applicazioni della psicologia islamica. Parallelamente, l’Associazione amplia il suo raggio d’azione a livello internazionale: grazie ai legami consolidati con laureati dell’Università al-Mustafa e con studiosi attivi in diverse nazioni, è in fase di costituzione un gruppo di lavoro globale volto a condividere esperienze empiriche, scambiare prospettive teoriche e favorire collaborazioni scientifiche nel contesto della psicologia islamica.

Uno dei temi di maggiore controversia riguarda le accuse, spesso diffuse in alcuni ambienti mediatici, secondo cui la cultura religiosa – e in particolare il seminario – sarebbe causa di depressione, ansia o regressione emotiva. L’Hojjatoleslam Hadi affronta queste critiche su tre fronti principali. Il primo consiste nel richiamare l’ampia letteratura internazionale che evidenzia la spiritualità come fattore protettivo per la salute mentale: fin dagli anni Ottanta, centinaia di studi hanno dimostrato che un forte radicamento spirituale contribuisce a ridurre lo stress, aumenta la resilienza psicologica e riduce la probabilità di ricadute in disturbi mentali. Va sottolineato che tali dati derivano da ricerche condotte da studiosi laici e indipendenti, non da apologeti religiosi, confermando in modo oggettivo l’impatto positivo della dimensione spirituale sul benessere psicologico.

Il secondo punto riguarda la definizione dei termini, spesso fonte di fraintendimenti. Molte incomprensioni nascono dal confronto tra concetti psicologici standardizzati e categorie etiche islamiche. Ad esempio, nella tradizione islamica il «ricordo della morte» è considerato uno strumento di purificazione dell’anima e di crescita morale, mentre nei test psicometrici occidentali lo stesso comportamento può essere erroneamente interpretato come segno di depressione. Allo stesso modo, la distinzione tra piacere e gioia è spesso trascurata: il piacere riguarda gratificazioni sensoriali temporanee, mentre la gioia deriva da soddisfazioni profonde, come il superamento di prove morali o l’adempimento dei propri doveri, e costituisce un indicatore di benessere autentico secondo la prospettiva islamica.

Il terzo punto riguarda la correzione di narrazioni distorte che attribuiscono stati patologici a figure spirituali di rilievo. Un esempio emblematico è l’accusa rivolta all’Imam Sajjad (pace su di lui) di essere “depresso” a causa della sua lunga sofferenza successiva agli eventi di Karbala. Una lettura approfondita della sua vita dimostra il contrario: la composizione della “Al-Sahifa al-Sajjadiyya”, raccolta di preghiere profonde e strutturate, testimonia una mente attiva e spiritualmente lucida; la sua presenza sociale e familiare, la cura dei discepoli e l’impegno educativo smentiscono qualsiasi forma di ritiro tipica della depressione. Il suo pianto non era un segnale di malattia mentale, ma un’espressione di coscienza morale e spirituale, un mezzo per elaborare il dolore, riflettere sulle ingiustizie e trasformare la sofferenza in crescita interiore e resilienza etica. Questo esempio chiarisce come, nell’ottica della psicologia islamica, esperienze emotive intense possano rappresentare segni di maturità spirituale e non indicatori di disagio psicologico patologico.

In conclusione, la psicologia islamica non si configura come un rifiuto della modernità, né come una semplice alternativa alla psicologia occidentale, ma come un percorso integrativo che coniuga ragione, conoscenza scientifica e profondità spirituale. Essa mira a fornire strumenti teorici e pratici capaci di guidare l’individuo verso la felicità autentica, la tranquillità interiore e la purificazione dell’anima, nel rispetto dei valori etici e religiosi. Chiarire con precisione i concetti psicologici, correggere interpretazioni errate o distorte della tradizione e produrre ricerca rigorosa e verificabile rappresentano passi indispensabili per rafforzare la salute mentale della società musulmana contemporanea, promuovendo una comprensione equilibrata tra spiritualità, pratica etica e sviluppo psicologico.

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