Agenzia Hawzah News – L’Ayatollah Alireza Arafi, Direttore dei seminari iraniani, nel convegno dei nuovi studenti del Seminario di Qom, svoltosi sabato 24 aban 1404 (15 novembre 2025) nella navata Baqiʿ della sacra Moschea di Jamkaran, dopo aver lodato la scelta del percorso seminaristico da parte dei giovani, ha iniziato il suo intervento con l’interpretazione del versetto 46 della Sura Saba: «Di’: “Vi esorto a una sola cosa: insorgere per Dio, a due a due o da soli”».
Il Direttore dei seminari ha presentato il versetto come uno dei gioielli del Corano, sottolineandone la profondità e la ricchezza di significati. Ha spiegato di averlo scelto tra i molti temi possibili affinché i giovani seminaristi, all’inizio del lungo e sacro cammino intrapreso, lo assumano come luce guida del loro percorso.
Ha osservato che oggi l’invito coranico all’insorgere per Dio riguarda anzitutto l’impegno contro la tirannia globale, esercitata dagli Stati Uniti e dai loro alleati, denunciando i crimini compiuti ai danni dei popoli oppressi e il silenzio complice delle istituzioni internazionali. Ha sottolineato che questo insorgere, prima ancora di tradursi in azione collettiva e concreta, nasce dal risveglio e dalla mobilitazione dei cuori e delle coscienze, imponendo ai seminaristi di assumere con coraggio il ruolo di protagonisti, di ergersi in difesa della verità e di impegnarsi con determinazione nella costruzione di una società giusta. Ha ricordato che sulle loro spalle grava una responsabilità storica e universale: il seminario deve ergersi come faro di resistenza e guida per l’Ummah islamica e per tutti i popoli oppressi. Ha anche ricordato che tale insurrezione deve poggiare sulla purificazione interiore e sulla lotta contro passioni e tentazioni, poiché solo chi sconfigge il tiranno interiore può affrontare con fermezza e successo quello esterno.
L’Ayatollah Arafi ha rivolto ai giovani seminaristi consigli paterni, esortandoli a un rapporto quotidiano con il Corano e con il Nahj al‑Balagha, a riconoscere la lotta interiore contro passioni e tentazioni e a vivere la loro missione con sincerità e fermezza, anche nella solitudine delle sfide. Ha richiamato l’esempio della venerabile Fatima Zahra (pace su di lei), che dopo la scomparsa del Profeta dell’Islam (S), assieme alla Famiglia del Profeta e a un ristretto numero di credenti, rimase sola nel difendere la verità, e ha ribadito che la forza del seminario risiede nella capacità di formare studiosi e divulgatori capaci di unire sapere, purificazione spirituale e responsabilità sociale.
Concludendo, ha invitato i nuovi seminaristi a considerare il loro ingresso nel seminario come un patto con l’Imam Mahdi (che Iddio ne affretti la manifestazione), da vivere con dedizione totale, impegnandosi a unire sapere e purificazione interiore per diventare punti di riferimento della società. Ha sottolineato che da questo impegno dipende la costruzione di un futuro luminoso per l’Islam e per l’umanità intera.
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