Agenzia Hawzah News - Secondo quanto riportato dall’Agenzia Hawzah News da Teheran, Sayyed Jawad Hassan Nasrallah, figlio del segretario generale martire di Hezbollah, l’Hojjatoleslam Sayyed Hassan Nasrallah, ha parlato con la rete televisiva Al Mayadeen, rivelando aspetti poco noti della vita privata del padre e del suo rapporto con la moglie, i figli e gli altri membri della famiglia.
Sayyed Jawad Nasrallah ha raccontato di aver appreso la notizia del martirio del padre come il resto della popolazione, tramite la televisione, durante la trasmissione del comunicato ufficiale di Hezbollah. Ha descritto le sue emozioni iniziali come «uno shock assoluto», pur aggiungendo che, alla luce degli eventi precedenti al comunicato, la famiglia era in parte preparata a ricevere una simile notizia.
Sayyed Jawad ha aggiunto che il sistema di protezione attorno a Sayyed Hassan Nasrallah era strutturato in modo compartimentato, con elementi che non si conoscevano tra loro, rendendo difficile la trasmissione della notizia alla famiglia. Ha proseguito spiegando che Sayyed Hashem Safi al-Din ha annunciato il martirio solo dopo che il corpo del defunto è stato identificato e i soccorritori lo hanno visto con i propri occhi.
L’ultimo incontro con il padre
Sayyed Jawad, parlando della previsione del martirio da parte del padre, ha detto che probabilmente già un anno prima sapeva che sarebbe stato martirizzato e preparava i figli a questo evento, pur evitando di parlarne troppo e senza mai caricare sugli altri il peso del proprio dolore. Secondo Sayyed Jawad, prima del martirio, l’Hojjatoleslam Sayyed Hassan Nasrallah, salutando la moglie, le disse che quella sarebbe stata l’ultima volta in cui si sarebbero visti. Il figlio ha raccontato che l’ultimo incontro con il padre avvenne nel giugno 2024, insieme al nonno e agli zii, e fu un momento intimo e familiare, dedicato ai ricordi del passato.
Le parole inedite del figlio del martire Nasrallah sulla vita e la personalità del padre: un uomo autorevole e gentile
Sayyed Jawad racconta anche alcuni episodi dell’infanzia del padre, riportando le sue parole: «Quando volevamo giocare a calcio, non avevamo soldi per comprare magliette numerate, così prendevamo una scatola di vernice, indossavamo magliette bianche e ci scrivevamo sopra i numeri con la vernice.»
L’infanzia del martire Sayyed Hassan Nasrallah ha rappresentato la base fondamentale nella formazione della sua personalità umana e nella sua inclinazione verso i poveri, le persone semplici, gli emarginati e gli oppressi.
Sayyed Hassan Nasrallah e lo studio profondo
Sayyed Jawad considera il martire Sayyed Hassan Nasrallah una persona estremamente dedita allo studio, che affrontava le sue letture con comprensione e profondità. Racconta: «Nonostante tutti i suoi impegni, Sayyed leggeva almeno un libro ogni due giorni; per lui, leggere ogni giorno era indispensabile». Nasrallah riteneva che la conoscenza, il dialogo, le domande e la libertà di espressione aprissero nuovi orizzonti e arricchissero il sapere umano.
Sayyed Jawad ha raccontato che suo padre leggeva persino i libri universitari di sua figlia, iscritta alla facoltà di finanza e management. Leggeva opere letterarie, testi politici, memorie di presidenti e di funzionari dei servizi di sicurezza israeliani e statunitensi, per comprendere quale fosse il loro modo di pensare.
La personalità di Sayyed Hassan Nasrallah era vicina alla gente
Il figlio del martire Sayyed Hassan Nasrallah descrive la personalità del padre come autenticamente vicina alla gente e racconta: «Potevi chiedergli qualsiasi cosa, potevi contestare qualsiasi punto, e lui ti dava spiegazioni. Non era incline al rimprovero, ma esponeva i fatti con chiarezza». Ha aggiunto che Sayyed Nasrallah lo guidava nella scelta dei libri, in particolare quelli di carattere dottrinale.
Aggiunge che il martire Sayyed Hassan Nasrallah insisteva sempre sull’importanza della lettura del Sacro Corano, affermando che leggerlo con certezza interiore ha un valore immenso. La certezza, diceva, è ciò che si riflette nelle azioni, nel comportamento e nel cammino della vita umana.
Secondo il figlio di Sayyed Hassan Nasrallah, il libro che il martire raccomandava di leggere era “Quaranta Hadith” dell’Imam Khomeyni. Era inoltre molto interessato alle questioni legate alla Mahdawiyyah. Sayyed Jawad racconta che gli chiedevamo spesso della Mahdawiyyah, mettendo da parte le questioni politiche per domandargli del ritorno del Mahdi.
Sayyed Hassan Nasrallah nel ruolo di padre e marito
Sayyed Jawad ha parlato del martire Sayyed Hassan Nasrallah come padre e ha detto: «Nei momenti che richiedevano fermezza, era fermo. Non alzava mai le mani su nessuno, ma con lo sguardo ti inchiodava al tuo posto. Per esempio, quando diceva “basta”, non potevi più ripetere quella cosa».
Egli riconosce come tratti dominanti del padre la gentilezza, il consiglio e la chiarezza nell’affrontare le questioni, aggiungendo che non imponeva nulla senza motivo e spiegava sempre le ragioni delle sue azioni. Sayyed Jawad sottolinea che suo padre aveva uno spirito gioioso, ma neppure le sue battute lo distoglievano da compostezza ed equilibrio. Ciò che lo distingueva come padre era il fatto che insegnava generosità, clemenza e perdono.
Sayyed Hassan Nasrallah piangeva?
Sayyed Jawad ha detto di non ricordare che suo padre abbia pianto per il martirio di suo figlio Sayyed Hadi, se non nel momento in cui ricevette la notizia, quando si raccolse per un istante in solitudine. Tuttavia, quando ascoltava un canto, un ricordo o guardava un programma dedicato alle famiglie dei martiri, piangeva. Le sue lacrime per le famiglie dei martiri erano generose.
Egli aggiunge che Sayyed Hassan Nasrallah si rattristava quando venivano sollevate questioni divisive nella società.
Sayyed Jawad Nasrallah, parlando del rapporto tra il martire Sayyed Hassan Nasrallah e sua moglie, ha detto: «Abbiamo imparato da lui come comportarci con le nostre mogli. Era all’apice dell’etica, della gentilezza e dell’educazione. Sosteneva sempre nostra madre ed era per lei rifugio e serenità, garantendole almeno sostegno sul piano psicologico e intellettuale nel compiere i suoi doveri.»
Il più grande desiderio di Sayyed Hassan Nasrallah
Il più grande desiderio del martire della Umma era la liberazione di Gerusalemme. Sayyed Jawad ha detto che egli credeva che, se non avesse sostenuto questo ideale e sacrificato in questa causa la propria vita, i propri beni e i propri figli, che valore avrebbe avuto la sua esistenza? Sayyed era un patriota in senso pieno, perché ha sacrificato suo figlio per il Paese.
Il rapporto di Sayyed Hassan Nasrallah con la gente
Sayyed Jawad ha sottolineato che, grazie alla sua presenza costante tra la gente e sui social media, cercava di trasmettere i messaggi della gente a suo padre, soprattutto su questioni delicate. Tuttavia, per alleggerirne il carico in altri ambiti, indirizzava quei messaggi al martire Sayyed Safi al-Din.
Figure ispiratrici per Sayyed Hassan Nasrallah
Sayyed Hassan Nasrallah riteneva che Nabih Berri conoscesse in modo approfondito i politici libanesi e che fosse esperto nel relazionarsi con loro. Aveva inoltre un particolare affetto per Salim Al-Huss, ex primo ministro del Libano, e gli portava grande rispetto.
Tra le figure eminenti che hanno influenzato il martire Sayyed Nasrallah e di cui seguiva con particolare attenzione le biografie, oltre all’Imam Musa Sadr si possono citare Sayyed Abbas Mousavi e l’Imam Khomeyni. Sayyed Jawad ha sottolineato che suo padre era profondamente influenzato dall’Ahlulbayt (pace su di loro).
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