Agenzia Hawzah News – L’inverno non è semplicemente una stagione segnata dal freddo e dal rallentamento delle attività. Nella prospettiva spirituale dell’Islam, esso si configura come un tempo favorevole al raccoglimento interiore, una vera e propria primavera dell’anima. È un periodo in cui il credente, meno esposto alle distrazioni, può dedicarsi con maggiore consapevolezza alla disciplina spirituale e al rafforzamento del legame con Dio.
In questo orizzonte si colloca l’insegnamento luminoso dell’Imam Sadiq (pace su di lui), che trae dal mutare delle stagioni una pedagogia divina. Richiamando l’attenzione sulle opportunità uniche offerte dall’inverno, l’Imam delinea un programma pratico e accessibile di crescita spirituale, fondato su due pilastri fondamentali dell’autentica spiritualità islamica: la preghiera e il digiuno. In un prezioso hadith, narrato dallo Shaykh Saduq nel Maʿānī al-Akhbār (vol. 1, p. 228), leggiamo infatti:
الشِّتاءُ رَبِيعُ المُؤمِنِ، يَطُولُ فيهِ لَيلُهُ فَيَستَعِينُ بهِ على قِيامِهِ، و يَقصُرُ فيهِ نَهارُهُ فَيَستَعِينُ بهِ على صِيامِهِ
«L’inverno è la primavera del credente: le sue notti si allungano ed egli se ne serve per levarsi all’adorazione notturna; i suoi giorni si accorciano ed egli se ne serve per digiunare»
Queste parole racchiudono una visione profonda e concreta della sapienza spirituale islamica. Le notti più lunghe dell’inverno si offrono come un invito naturale al qiyām al-layl, alla preghiera sommessa della notte, alla meditazione e all’intimità con Dio; i giorni più brevi, invece, rendono il digiuno meno gravoso, facendone uno strumento efficace di maturazione interiore.
In tal modo, ciò che per la gente comune è una stagione di torpore e inattività, per il vero credente diventa un tempo di rinnovamento spirituale, in cui l’apparente morte dell’inverno si rivela preludio alla rinascita dell’anima. Questo è il miracolo della creazione.
Mostafa Milani Amin
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