Agenzia Hawzah News – In un’intervista con l’Agenzia Hawzah News, l’Hojjatoleslam Abdolhadi Mas'udi, rettore dell’Università del Corano e dell’Hadith, ha illustrato l’approccio innovativo del Centro di Ricerca Dar al-Hadith nell’integrare l’intelligenza artificiale nelle attività di ricerca e nei processi produttivi, spiegando come questa tecnologia stia diventando uno strumento prezioso per ottimizzare la gestione dei testi sacri e supportare i ricercatori nelle loro analisi specialistiche.
Il rettore sottolinea che l’intelligenza artificiale va compresa e studiata accuratamente prima di essere impiegata efficacemente. Per questo motivo, il Centro di Ricerca Dar al-Hadith ha già organizzato tre workshop introduttivi rivolti a docenti, studenti e ricercatori, focalizzati sulle applicazioni dell’IA nello studio degli hadith e nelle scienze religiose. Parallelamente, sono stati avviati incontri tecnici con esperti del Centro di Ricerca Informatica delle Scienze Islamiche (CRCIS), per esplorare le potenzialità dell’IA da una prospettiva specialistica e professionale.
Due fasi chiave nella produzione dell’Enciclopedia del Corano e dell’Hadith – la vocalizzazione dei testi e la traduzione in persiano – sono ormai in gran parte gestite dall’intelligenza artificiale, con circa tre quarti del lavoro automatizzati. La fase finale, tuttavia, resta affidata a un operatore umano, che controlla, corregge e perfeziona i risultati prodotti dalla macchina. Mas'udi sottolinea che l’IA può ancora commettere errori e che la supervisione umana rimane essenziale: non sostituisce lo specialista, ma agisce come un assistente potente e affidabile.
Nell’ambito della divulgazione religiosa, l’intelligenza artificiale può rappresentare un valido supporto sia nell’individuazione delle domande e dei bisogni del pubblico sia nella diffusione dei contenuti. Sul fronte dell’individuazione, l’IA è in grado di rilevare domande ricorrenti, dubbi diffusi e esigenze culturali e religiose, analizzando ciò che circola nei social media. Questo permette a chi opera nella divulgazione di comprendere meglio le questioni più sentite dalla società. Mas'udi, tuttavia, avverte che non ci si può affidare esclusivamente all’IA: la verifica e il giudizio finale devono restare prerogativa dell’essere umano.
Per quanto riguarda la diffusione, l’intelligenza artificiale può adattare un singolo contenuto a pubblici diversi – giovani, bambini, seminaristi, donne e uomini – producendo versioni artistiche, linguistiche o mediatiche calibrate su ciascun gruppo. Anche in questo caso, il controllo umano resta cruciale: le versioni generate dall’IA devono essere riviste e perfezionate, perché senza una verifica accurata rischiano di contenere imprecisioni o di risultare inadatte al pubblico di riferimento.
L’intelligenza artificiale viene impiegata anche nella divulgazione internazionale. Il Centro di Ricerca Dar al-Hadith utilizza sistemi di traduzione automatica per produrre rapidamente testi in arabo, inglese e altre lingue, accelerando così la diffusione dei contenuti a livello globale. Resta tuttavia indispensabile l’intervento di un traduttore esperto, in grado di trasformare la versione automatica in un testo naturale, aggiornato e accurato, pronto per la lettura e la fruizione da parte del pubblico internazionale.
L’Hojjatoleslam Mas'udi ha concluso l’intervista esprimendo la sua gratitudine all’Agenzia Hawzah News per l’attenzione riservata alle nuove tecnologie e al loro impatto sullo studio e la divulgazione degli hadith, augurando al contempo successo e continuità nelle attività editoriali sia ai redattori sia ai lettori dell’agenzia.
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