Friday 21 November 2025 - 07:02
La divulgazione religiosa deve poggiare su fonti solide e sul timor di Dio

L’Ayatollah Hosseini Bushehri invita i seminaristi a una divulgazione rigorosa, basata su fonti autentiche, preparazione seria e timor di Dio, mettendo in guardia dalle opinioni infondate diffuse online.

Agenzia Hawzah News – Nel congresso dedicato ai giovani seminaristi impegnati nella divulgazione religiosa per i giorni di Fatimiyya, l’Ayatollah Seyyed Hashem Hosseini Bushehri, presidente dell’Associazione dei Docenti del Seminario di Qom (Jame'e-ye Modarresin-e Howze-ye Elmiyye-ye Qom), ha richiamato l’attenzione sulla necessità di rigore, consapevolezza e sobrietà nel lavoro divulgativo.

L’Ayatollah Bushehri ha criticato la diffusione di opinioni non documentate nello spazio virtuale, in particolare quelle che mirano a mettere in dubbio la realtà e le modalità del martirio di Fatima Zahra, pace su di lei. Ha ricordato che ogni intervento pubblico in ambito religioso deve basarsi su fonti chiare e affidabili: «Il discorso divulgativo deve radicarsi nel Corano o nella scuola luminosa degli Ahl al-Bayt».

Sottolineando la responsabilità del divulgatore, ha definito la divulgazione come “guidare la società verso Dio e verso gli obiettivi divini”; non è dunque un compito puramente tecnico, ma una missione che richiede sensibilità spirituale e attenzione al cuore delle persone.

Ricordando la celebre supplica coranica del profeta Mosè (pace su di lui) — «Signore, aprimi il petto e rendi agevole il mio compito» — Hosseini Bushehri ha spiegato che la divulgazione è un lavoro impegnativo, che richiede apertura mentale, pazienza e capacità di comunicare in modo chiaro. Ha aggiunto che anche il Profeta dell’Islam (pace e benedizioni su di lui e sulla sua Famiglia) ebbe in dono da Dio l’“apertura del petto” (sharḥ al-ṣadr) per poter sostenere il peso della sua missione profetica.

L’Ayatollah ha messo poi in guardia contro l’improvvisazione: non basta esporre nozioni memorizzate, e non si può parlare senza studio e approfondimento. Il divulgatore deve conoscere ciò che insegna e non deve attribuire alla religione opinioni personali o interpretazioni arbitrarie: «La missione della divulgazione è trasmettere il messaggio di Dio, non i nostri gusti o le nostre idee».

Un punto centrale dell’intervento è stato il timore di Dio. Richiamando il versetto «Solo i servi sapienti di Dio Lo temono veramente», ha spiegato che il timore di Dio non è paura, ma senso di responsabilità e consapevolezza della grandezza del Signore. Il divulgatore deve quindi agire con sincerità d’intenzione, senza cercare vantaggi personali e senza temere altro che Dio: «Il risultato del vostro lavoro — ha detto — lasciatelo a Dio».

In conclusione, Hosseini Bushehri ha ribadito la necessità di precisione e prudenza nelle parole: una frase sbagliata può nuocere alla fede delle persone. Per questo ha invitato i giovani seminaristi a conoscere bene il proprio pubblico, a mantenersi aggiornati e a raccogliere riscontri dopo ogni intervento, migliorando continuamente la qualità della loro divulgazione.

Tags

Your Comment

You are replying to: .
captcha