Tuesday 4 November 2025 - 07:40
La grandezza di Fatima si comprende solo alla luce del Corano e degli Ahl al‑Bayt

L’Ayatollah Javadi Amoli ha ricordato che Fatima Zahra (pace su di lei) è «maestra suprema della conoscenza», una realtà che non può essere paragonata ad alcuna altra donna della storia. Il suo rango, ha sottolineato, può essere compreso soltanto attraverso le verità del Corano e gli insegnamenti degli Ahl al‑Bayt (pace su di loro).

Agenzia Hawzah News – Durante la lezione di fiqh tenuta oggi nella Moschea Azam di Qom, in occasione dei giorni di Fatimiyya, il sapiente sciita ha richiamato il profondo valore spirituale e scientifico di Fatima, spiegando che la sua parola e il suo pensiero restano un punto di riferimento insuperabile.

Egli ha poi richiamato una narrazione riportata da Kulayni nel primo volume del Kafi, relativa a un sermone dell’Imam Ali (pace su di lui) sull’unicità divina. Kulayni afferma che, se tutti i jinn e gli uomini, ad eccezione dei profeti, si radunassero per ascoltare quel discorso dalla bocca di Ali, sarebbe giusto che si prostrassero davanti ad esso, poiché quel sermone, come il Corano, è ineguagliabile ed è ispirato direttamente dalla fonte della Rivelazione. Nessun essere umano, infatti, ha la capacità di pronunciare parole simili. In seguito, Mulla Sadra, nel suo commento agli Usul al‑Kafi, osserva che l’affermazione di Kulayni è molto profonda, ma precisa che l’eccezione non riguarda genericamente tutti i profeti, bensì in particolare i profeti dotati di ferma risolutezza (ulu al‑azm).

L’Ayatollah Amoli spiega che in quel sermone Ali illustra il principio logico della contraddizione e la filosofia della creazione «non da una materia preesistente», mostrando che l’atto divino è un atto creativo primordiale assoluto. Collega poi questo insegnamento al celebre sermone di Fadak di Fatima Zahra, in cui ella afferma: «Ibtada al‑ashya la min shay’» — «Dio ha fatto esistere le cose senza ricorrere a nulla di preesistente».

Venticinque anni prima del sermone di Ali, Fatima aveva già espresso gli stessi principi teologici in forma argomentata e luminosa. Il Profeta, ha ricordato Javadi Amoli, mostrava umiltà davanti a sua figlia, accogliendola sempre con rispetto.

Il sapiente iraniano ha anche affrontato un’antica obiezione filosofica secondo cui la creazione sarebbe impossibile, perché richiederebbe o una materia preesistente («min shay’») o il nulla assoluto («min la shay’»). Ha spiegato che il vero opposto di «min shay’» non è «min la shay’», bensì «la min shay’»: Dio non ha creato «da qualcosa», ma «non da qualcosa». In altre parole, l’atto divino non presuppone né materia né vuoto assoluto, ma manifesta una creazione originaria che procede unicamente da Lui.

La lezione si è conclusa con il ricordo delle sofferenze di Fatima al‑Siddiqa (pace su di lei) ed è stata accompagnata da recitazioni di lutto in sua memoria.

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