Friday 31 October 2025 - 16:25
Temi mahdiani (4) | Le caratteristiche dell’Imam: l’infallibilità

Secondo la scuola sciita imamita, l’Imam, in quanto guida della gente, deve essere immune da ogni errore e peccato, così da poter custodire la religione e guidare l’umanità con piena affidabilità.

Agenzia Hawzah News – La serie di riflessioni mahdiane, intitolata Verso la società ideale, è proposta agli stimati lettori con l’obiettivo di diffondere gli insegnamenti e le conoscenze legate all’Imam Mahdi (che Dio affretti la sua manifestazione).

Nella parte precedente di questa serie di riflessioni mahdiane abbiamo trattato la scienza dell’Imam, sottolineando che egli deve conoscere la religione in tutte le sue dimensioni, avere piena padronanza delle sue leggi, conoscere l’interpretazione dei versetti coranici e avere completa familiarità con la Sunna del Profeta (S), così da poter guidare la comunità nel miglior modo possibile. In questa nuova sezione affrontiamo la seconda caratteristica fondamentale dell’Imam, ossia l’infallibilità (ʿIsmah), condizione essenziale dell’Imamato e garanzia della sua funzione di guida impeccabile per l’umanità.

L’infallibilità dell’Imam

L’ʿIsmah (infallibilità) è una disposizione interiore che nasce dalla conoscenza delle verità e da una volontà incrollabile: grazie a queste doti, l’Imam si astiene da ogni peccato ed errore. Egli è preservato da ogni sbaglio sia nell’interpretazione e trasmissione delle verità religiose, sia nella loro applicazione pratica, sia nel discernimento degli interessi e dei pericoli che riguardano la comunità islamica.

Per l’infallibilità dell’Imam esistono sia prove razionali sia prove testuali (dal Corano e dalle tradizioni).

Le prove razionali

I principali argomenti razionali sono i seguenti.

a. La salvaguardia della religione e del corretto modo di praticarla dipende dall’infallibilità dell’Imam. Infatti, l’Imam ha la responsabilità di preservare la religione da ogni alterazione e di guidare spiritualmente i fedeli. Non solo le sue parole, ma anche il suo comportamento, così come la sua approvazione o disapprovazione delle azioni altrui, influiscono sulla condotta della società. Per questo motivo egli deve essere preservato da qualsiasi errore nella comprensione e nell’applicazione della religione, affinché possa guidare i suoi seguaci nel modo corretto.

b. Un altro motivo per cui la società ha bisogno dell’Imam è che gli uomini, nel conoscere e praticare la religione, non sono immuni da errori. Ora, se anche la guida della comunità fosse fallibile, come potrebbe essere oggetto della piena fiducia dei fedeli? In altre parole, se l’Imam non fosse infallibile, la gente esiterebbe a seguirlo e a mettere in pratica integralmente i suoi insegnamenti.

c. Inoltre, se l’Imam non fosse immune dall’errore, bisognerebbe ricorrere a un altro Imam per soddisfare i bisogni della gente; e se anche lui non fosse infallibile, occorrerebbe un altro ancora, e così via all’infinito. Un simile progressus in infinitum è, dal punto di vista logico, impossibile e assurdo.

Le prove testuali

Alcuni versetti del Corano attestano la necessità dell’infallibilità dell’Imam; tra essi vi è il versetto 124 della Sura al‑Baqara. In questo versetto, Dio conferisce ad Abramo (pace su di lui) il grado di Imamato e, alla sua richiesta di estendere tale dignità alla sua discendenza, risponde: «Il Mio patto non spetta agli iniqui».

Poiché il Corano definisce “ingiustizia” sia l’idolatria sia ogni peccato, ne consegue che l’Imamato appartiene soltanto a coloro che non hanno mai commesso alcuna colpa.

In altre parole, è certo che il profeta Abramo (A) non abbia chiesto l’Imamato per quei discendenti che furono peccatori per tutta la vita, né per coloro che inizialmente furono virtuosi ma poi caddero nel peccato. Restano dunque due categorie:

  1. coloro che all’inizio furono peccatori ma poi si pentirono e divennero giusti;
  2. coloro che non commisero mai alcun peccato.

Dalla parola di Dio risulta che la prima categoria è esclusa: di conseguenza, il grado di Imamato appartiene unicamente alla seconda.

Tratto dal libro “La gemma della creazione”, con lievi modifiche

(Segue…)

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