Friday 31 October 2025 - 09:10
Non abbiamo bisogno di armi atomiche / Nel mirino l’identità dei giovani

Il direttore dei seminari, Ayatollah Arafi, ha osservato che l’Iran “non ha bisogno di armi atomiche né di potere coercitivo”, sottolineando che “la logica coranica e l’amore per il Profeta (S), per la sua Famiglia e per l’Imam Hossein sono valori riconosciuti ed apprezzati in tutto il mondo”.

Agenzia Hawzah News – Nel corso del suo viaggio nella provincia di Ardabil, l’Ayatollah Alireza Arafi, direttore dei seminari sciiti dell’Iran e vicepresidente dell’Assemblea degli Esperti, ha incontrato i partecipanti al convegno degli Hosseinian (i devoti dell’Imam Hossein) di Ardabil e ha sottolineato il ruolo storico e spirituale della regione nella difesa dell’identità islamica e sciita dell’Iran.

Nel suo intervento, Arafi ha richiamato due momenti fondamentali della storia islamica: il celebre Sermone di Fadak pronunciato da Fatima al-Zahra (S) nella moschea del Profeta e il tramonto del giorno della tragedia di Karbala, che ha definito “scene decisive e dolorose” capaci di rivelare la solitudine della Verità e la grandezza delle donne della Famiglia del Profeta. “Fatima, Khadija e Zaynab sono le protagoniste delle svolte più drammatiche della storia islamica”, ha sottolineato, “e la loro luce ha attraversato i secoli fino a illuminare il nostro presente”.

Ripercorrendo le tappe storiche della formazione dei seminari sciiti, Arafi ha ricordato il ruolo delle scuole di Qom, Rey e Baghdad nel plasmare il pensiero islamico, sottolineando l’influenza decisiva di grandi sapienti iraniani come Shaykh al-Mufid, Shaykh al-Tusi e Nasir al-Din al-Tusi. Ha citato anche l’epoca dell’invasione mongola, quando al-Tusi e Allama Hilli seppero trasformare quel contesto, sotto un invasore ostile alla cultura, in un centro di diffusione del sapere.

L’Ayatollah Arafi ha poi evidenziato il ruolo centrale dell’Iran nella continuità della civiltà islamica, definendo la Rivoluzione islamica del 1979 “un evento millenario, radicalmente diverso da tutte le rivoluzioni precedenti”. “Accanto alla guida dell’Imam Khomeyni e poi della Guida Suprema, è stato l’impegno del popolo, degli attivisti culturali e dei precursori del sapere che ha reso possibile una trasformazione di tale portata”, ha affermato, lodando il contributo dei protagonisti culturali e dei sapienti religiosi.

Rivolgendosi ai giovani e agli educatori, Arafi ha messo in guardia dai tentativi di “strappare l’identità spirituale” delle nuove generazioni, sottolineando che “la civiltà islamica non ha bisogno di armi atomiche né di potere coercitivo: la sua forza è nella logica coranica e nell’amore per la Famiglia del Profeta (S)”. Ha poi ricordato l’impatto globale del messaggio di Karbala, citando le commemorazioni in Paesi lontani dall’Iran, dove, pur in assenza di legami economici, la luce dell’Imam Hossein ha comunque trovato cuori pronti ad accoglierla.

Concludendo, ha esortato i presenti a custodire l’eredità spirituale di Ardabil, terra di grandi figure come Moqaddas Ardabili, e a prepararsi con sapienza e lungimiranza, formando le nuove generazioni per affrontare le sfide culturali e tecnologiche del presente. “La nostra resistenza – ha affermato – è la manifestazione viva della civiltà islamica, una civiltà che ha ancora molto da dire al mondo”.

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