Thursday 30 October 2025 - 09:24
Divulgazione religiosa nell’era dell’intelligenza artificiale: il pulpito tradizionale ha ancora efficacia?

Nell’intervista con il rettore dell’Università di Qom è stato analizzato il ruolo dell’intelligenza artificiale nella divulgazione religiosa: il pulpito tradizionale conserva la sua efficacia?

Agenzia Hawzah News – L’Hojjatoleslam Ahmad Hossein Sharifi, rettore dell’Università di Qom, ha dichiarato: «Oggi esistono software che permettono di “dialogare con gli hadith” o “dialogare con le esegesi”. Un divulgatore, grazie a queste piattaforme, può accedere a fonti ampie e autorevoli su qualsiasi argomento».

Nel mondo digitale, i confini tra conoscenza, comunicazione e divulgazione religiosa si sono trasformati. L’intelligenza artificiale, tra le conquiste più decisive della tecnologia contemporanea, svolge ormai un ruolo centrale nella produzione dei contenuti e nella trasmissione dei messaggi religiosi. Ma il pulpito tradizionale conserva ancora la sua efficacia e capacità d’incidenza?

In merito, abbiamo intervistato l’Hojjatoleslam Ahmad Hossein Sharifi, rettore dell’Università di Qom. Ecco i punti salienti del suo intervento.

Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale è diventata uno dei fenomeni determinanti nello spazio digitale. Quale impatto può avere questa tecnologia sulla divulgazione religiosa?

«L’intelligenza artificiale ha rivoluzionato il modo di conoscere la società e analizzare il comportamento del pubblico. In passato, per sondare le opinioni e le preoccupazioni della gente, si ricorreva a questionari e interviste. Oggi, invece, la fonte più trasparente e precisa per comprendere la società sono i dati generati dall’analisi digitale e dall’intelligenza artificiale».

«Ad esempio, un centro di divulgazione può analizzare il comportamento degli utenti su internet, nei motori di ricerca e nei social network, ottenendo una comprensione profonda delle esigenze e delle tendenze mentali in ogni area geografica. Questi dati rivelano le preoccupazioni prevalenti in ogni città o fascia d’età—dagli adolescenti agli adulti—e mostrano quali temi attirano maggiormente l’interesse. Informazioni di questo tipo sono di valore straordinario per la pianificazione della divulgazione».

Oltre all’analisi del pubblico, può l’intelligenza artificiale essere utile anche nel processo stesso della divulgazione?

«Assolutamente sì. L’intelligenza artificiale non è solo uno strumento per analizzare il pubblico, ma anche un supporto potente per il divulgatore stesso. Oggi esistono software che permettono di “dialogare con gli hadith” o “dialogare con le esegesi”. Il divulgatore può accedere rapidamente a fonti ampie e autorevoli, ottenendo una comprensione più profonda e articolata del tema trattato».

«Questo evita una visione parziale: un hadith non va considerato isolatamente, ma collegato a decine di altre narrazioni e interpretazioni. Il risultato è un contenuto più solido e scientificamente più ricco».

Possiamo dire che l’intelligenza artificiale ha aperto una nuova via accanto al pulpito tradizionale?

«Sì, il pulpito tradizionale conserva la sua benedizione e il suo ruolo speciale, e va preservato. Ma accanto ad esso, si sono sviluppati pulpiti digitali e virtuali, con un pubblico più vasto, diversificato e consapevole. Una parola diffusa nello spazio virtuale non solo resta per generazioni, ma diventa globale: persone da ogni parte del mondo possono ascoltarla e beneficiarne».

«Per questo, il pulpito digitale richiede studi più approfonditi, maggiore precisione e una visione globale da parte del divulgatore. Divulgare nello spazio digitale non significa solo trasmettere un messaggio, ma instaurare un dialogo con un pubblico mondiale».

Uno dei problemi della divulgazione internazionale è la barriera linguistica. Quale contributo può offrire l’intelligenza artificiale?

«È una delle grandi benedizioni dell’intelligenza artificiale. Oggi gli strumenti di traduzione basati su questa tecnologia sono talmente avanzati che una persona può parlare in persiano e trasmettere il messaggio islamico o i concetti della Rivoluzione Islamica in diverse lingue vive del mondo, senza conoscere direttamente quelle lingue. L’intelligenza artificiale offre traduzioni fluide e precise, permettendo una diffusione ampia e rapida del messaggio islamico in tutto il mondo».

In sintesi, come valuta il ruolo dell’intelligenza artificiale nel futuro della divulgazione religiosa?

«L’intelligenza artificiale non è solo un supporto, ma una piattaforma fondamentale per trasformare la divulgazione religiosa nel mondo contemporaneo. Dall’analisi del pubblico alla produzione dei contenuti, dalla traduzione all’interazione con gli utenti nello spazio virtuale, tutto questo oggi è al servizio del divulgatore religioso. Un uso intelligente di questa tecnologia può approfondire la divulgazione, trasmettere il messaggio con maggiore precisione e creare un ponte globale tra il pensiero religioso e l’essere umano contemporaneo».

«L’ingresso dell’intelligenza artificiale nella divulgazione è un’opportunità storica da non lasciarsi sfuggire».

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