Thursday 16 October 2025 - 22:32
Il vertice di Sharm el-Sheikh è stato una chiara scena di umiliazione dei leader di alcuni Paesi davanti a Trump

L’Ayatollah Araki ha dichiarato: «Il vertice di Sharm el-Sheikh è stato una chiara scena di umiliazione dei leader di alcuni Paesi davanti a Trump. Egli ha umiliato i capi dei Paesi islamici, mentre quegli stessi sono al servizio del sionismo e degli Stati Uniti. Il presidente dell’Egitto, che per anni si è adoperato per eliminare il fronte della resistenza, non ha avuto alcuna dignità davanti a Trump ed è stato umiliato».

Agenzia Hawzah News - L’intervento dell’Ayatollah Araki è avvenuto durante un incontro con i vice responsabili della divulgazione dei seminari delle province, i delegati dei distretti e i referenti delle scuole Amin, riuniti oggi presso la sala conferenze del complesso Yavaran-e Mahdi (aj) a Jamkaran.

Araki ha sottolineato che «l’arma più affilata dei nemici è la guerra psicologica. Sul campo militare il nemico è perdente, e se la guerra si sposta sul piano operativo, noi saremo vincitori. Ciò che impedisce di raggiungere la vittoria è l’operazione psicologica del nemico prima dello scontro».

Ha aggiunto: «Il nemico, con la guerra psicologica, ci indebolisce: crea illusioni, paura, indebolisce la volontà e scoraggia la gente. Uno dei nostri compiti principali nell’ambito della divulgazione è proprio combattere questa guerra psicologica. Il nemico deve sapere che noi siamo realmente forti».

La necessità di spiegare i successi della Rivoluzione ai giovani

L’Ayatollah Araki ha proseguito: «Dobbiamo illustrare al popolo, e in particolare alle nuove generazioni, l’ambito della Rivoluzione islamica, i suoi successi e le sue vittorie. I giovani devono sapere perché il nemico è ostile a questa Rivoluzione. Bisogna spiegare le radici di tale ostilità, affinché fede e discernimento si rafforzino nella nuova generazione».

Umiliazione di alcuni governi davanti agli Stati Uniti

Il membro del Consiglio Supremo dei Seminari ha ribadito: «Il vertice di Sharm el-Sheikh è stato una chiara scena di umiliazione dei leader di alcuni Paesi davanti a Trump. Egli ha umiliato i capi dei Paesi islamici, mentre quegli stessi sono al servizio del sionismo e degli Stati Uniti. Il presidente egiziano, che per anni ha cercato di eliminare il fronte della resistenza, non ha avuto alcuna dignità davanti a Trump ed è stato umiliato».

Araki ha aggiunto: «Il mondo intero ha lodato l’Iran per non aver partecipato a quel vertice. Questa dignità è frutto della fede e dell’indipendenza del nostro popolo. Dobbiamo valutare quanto abbiamo operato nel campo della guerra psicologica e quali azioni restano da compiere».

Fede, forza e autostima del popolo

Il membro del Consiglio per il Discernimento dell’Interesse del Sistema ha sottolineato il ruolo della fede nel rafforzamento della società: «Dobbiamo educare i giovani a essere coraggiosi, fiduciosi e basati sulla fede. La fede è la fonte della forza. Una società che ha fede non teme il nemico e supera le difficoltà».

Ha ricordato poi il versetto coranico: «Non siate deboli e non rattristatevi: se avete fede, sarete i più alti» (Cor. 3:139). «La fede è la forza che rende la società resistente e vittoriosa».

La storia dei primordi dell’Islam come scuola di resistenza

Araki ha richiamato le guerre dei primordi dell’Islam: «Dobbiamo spiegare ai giovani le battaglie dell’Imam Ali (as) e del Profeta (s). Battaglie come Khaybar e Ahzab non furono solo scontri militari, ma scuole di fede, coraggio e saggezza. Bisogna mostrare ai giovani come i credenti, nelle condizioni più difficili, vinsero con il loro affidamento a Dio».

Ha aggiunto: «Gli eventi dei primordi dell’Islam non vanno visti solo come storia, ma come lezioni per l’oggi. Lo stesso spirito di fede e certezza che rese vittoriosi i musulmani nelle battaglie di Ahzab e Khaybar, oggi può proteggere il nostro popolo dall’aggressione culturale e psicologica del nemico».

Lavorare per Dio, segreto del successo nella divulgazione

«Se il lavoro viene fatto per Dio, Egli concede forza e successo. L’attività divulgativa e culturale è efficace solo quando l’intenzione è sincera e la direzione è divina», ha detto Araki.

Ha aggiunto che «dobbiamo fondare la nostra scuola educativa sui principi pratici dell’Islam: una scuola in cui fede, certezza e obbedienza all’Imam e alla Wilayah siano il centro del movimento. Ogni passo nella divulgazione deve poggiare su certezza e discernimento».

Certezza e obbedienza all’Imam, base del movimento

Il membro del Consiglio Supremo dei Seminari ha concluso: «La base del nostro lavoro è la certezza. Tutte le decisioni e i programmi devono poggiare sulla certezza e sull’obbedienza all’Imam. Se restiamo saldi nella certezza, il nemico non potrà mai sconfiggerci nella guerra psicologica. Oggi il nostro dovere è resistere all’aggressione intellettuale e culturale dei nemici, facendo leva sulla dottrina e sulla fede».

Infine, Araki ha invitato i predicatori e i responsabili culturali a pianificare con precisione per rendere consapevoli i giovani dei valori della Rivoluzione, della storia dell’Islam e delle capacità del popolo iraniano, trasformando il fronte culturale in una solida trincea contro la guerra psicologica del nemico.

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