Tuesday 14 October 2025 - 15:54
Il fiqh islamico deve rispondere alle preoccupazioni dei musulmani in Europa / Il conflitto tra legge e sharia è una delle questioni centrali per i migranti

Hojjatoleslam wal-Moslemin Mofatteh, intervenendo alla cerimonia di presentazione di due studi intitolati ‘Fiqh al-hukumah’ e ‘Fiqh al-mujtamaʾ al-urubi’, ha sottolineato che, affinché il fiqh islamico possa risultare efficace nel mondo contemporaneo, è necessario che conosca il proprio rapporto con i sistemi politici e sociali dell’Occidente e sia in grado di stabilire un nesso razionale e scientifico tra la sharia islamica e le leggi civili delle società europee.

Il servizio traduzioni dell’Agenzia Hawzah News riporta che l’Hojjatoleslam wal-Moslemin Mohammad-Hadi Mofatteh, durante la cerimonia di presentazione delle sue due opere ‘Fiqh al-hukumah’ e ‘Fiqh al-mujtamaʾ al-urubi’, tenutasi presso la sede dell’Agenzia stessa, dopo aver ringraziato gli organizzatori dell’incontro, ha dichiarato: “I contenuti di questi studi sono stati elaborati per rispondere alle preoccupazioni intellettuali dei musulmani residenti all’estero, in particolare riguardo al fiqh del governo e al rapporto tra legge e sharia”.

Mofatteh, ringraziando per l’organizzazione dell’incontro e per la presenza dei docenti, ha dichiarato: “Auspico che Dio Altissimo ci conceda la grazia di adempiere ai nostri doveri di seminaristi e di servire il santo Mahdi”.

Questo ricercatore e studioso del seminario ha aggiunto: “Prima di stabilirmi al Centro di Amburgo, tenuto conto dei rapporti che avevo con conferenze e ambienti all’estero, avevo già elaborato queste tematiche per rispondere alle mie preoccupazioni intellettuali; tra cui questioni relative al governo nelle fonti giuridiche e nel fiqh sciita”.

Facendo riferimento alla precedente attività di studio dei religiosi in Europa, ha detto: “Anche in passato si tenevano incontri tra i religiosi presso il Centro Islamico di Amburgo, ma questi incontri non avevano un carattere di studio e si concentravano piuttosto su questioni pratiche ed esigenze organizzative. Abbiamo deciso di orientare tali incontri verso tematiche di studio”.

L’Hojjatoleslam wal-Moslemin Mofatteh ha aggiunto: “Gli studiosi e i religiosi che operavano in Europa desideravano ritrovare l’atmosfera del seminario, poiché per anni si erano allontanati dall’ambiente di studio. Per questo motivo, questi incontri potevano rispondere alle loro esigenze di studio”.

Facendo riferimento agli obiettivi di queste lezioni, ha spiegato: “Il primo obiettivo era rafforzare i rapporti tra i religiosi delle diverse regioni, poiché quanto più stretti sono questi rapporti, tanto maggiori sono i benefici che ne derivano. Il secondo obiettivo era elevare il livello di studio dei religiosi, dal momento che molti di loro erano rimasti lontani dai seminari per anni e avevano bisogno di riprendere lo studio delle questioni giuridiche”.

Questo ricercatore e studioso del seminario ha proseguito: “Un altro obiettivo era rispondere a questioni rimaste senza risposta nelle società occidentali e che, non essendo state affrontate nei seminari, non trovavano riscontro neppure nelle fonti giuridiche. Per questo decidemmo di organizzare incontri specialistici di fiqh, che furono accolti con favore dai religiosi”.

Mofatteh, riguardo alla portata di questi incontri, ha spiegato: “Alle nostre riunioni partecipavano religiosi provenienti da diversi Paesi europei e persino da Stati Uniti e Canada. Talvolta prendevano parte più di cinquanta persone a ciascun incontro e, poiché le riunioni si svolgevano in ambiente virtuale, la partecipazione era facile per tutti. Alcuni partecipanti, nonostante la malattia, vi prendevano parte persino dall’ospedale o durante i viaggi”.

Il presidente del Centro Islamico di Amburgo ha aggiunto: “Abbiamo cercato di preservare il metodo del fiqh jawahiri e di evitare che si abbassasse il livello scientifico delle discussioni. Grazie ai software Noor (Computer Research Center of Islamic Sciences, con sede principale a Qom) e alle risorse online, avevamo accesso diretto alle fonti primarie. In molti casi, inoltre, era necessario produrre sapere, poiché emergevano tematiche nuove che non avevano precedenti nel fiqh tradizionale”.

L’Hojjatoleslam wal-Moslemin Mofatteh, riferendosi al riscontro ricevuto da questi incontri, ha dichiarato: "Numerosi ulama di Iraq e Inghilterra ci hanno scritto per ringraziarci dell’organizzazione di queste discussioni a un livello scientifico elevato. Uno dei marja di Najaf ha persino scritto che non immaginava si potessero tenere in Europa incontri di fiqh così profondi".

Riguardo ai temi delle sue opere, ha dichiarato: “Molte delle discussioni contenute nel libro Fiqh al-hukumah hanno preso forma a Qom, ma alcuni capitoli sono stati affrontati proprio in quelle sessioni europee. Tra i temi trattati vi erano il contenimento del potere, il ruolo del popolo nella legittimazione del governo e il rapporto tra fine e mezzo nella politica. Si tratta di questioni che sono presenti anche nella riflessione dei pensatori occidentali”.

L’Hojjatoleslam wal-Moslemin Mofatteh ha aggiunto: “Una delle accuse che ci venivano rivolte era che, poiché difendiamo il governo religioso, allora non saremmo favorevoli a un governo popolare, il che sarebbe contrario alla Costituzione tedesca. Abbiamo risposto che, nel fiqh sciita, un governo privo dell’accettazione popolare non ha legittimità. Questa visione religiosa è, in realtà, in sintonia con gli stessi principi che oggi vengono affermati nelle democrazie moderne.”

Ha aggiunto: “Nel libro Fiqh al-mujtamaʾ al-urubi sono stati affrontati temi che venivano esaminati proprio in quelle sessioni di fiqh avanzato tenute in Europa. Il primo argomento è stato il conflitto (tazāḥum) tra le norme civili e quelle della sharia, soprattutto nei casi in cui la legge entra in contraddizione (taʿāruḍ) con il fiqh”.

L’Hojjatoleslam wal-Moslemin Mofatteh, a questo proposito, ha dichiarato: “L’ayatollah Sistani, nella sua fatwa, ha precisato che l’osservanza della legge nei Paesi europei è obbligatoria, salvo nei casi in cui essa sia contraria alla sharia. Ma la questione fondamentale è: in quei casi contrari alla sharia, che cosa si deve fare? Bisogna forse eludere la legge oppure no? Qui abbiamo fatto ricorso alla regola del conflitto (tazāḥum) tra due obblighi — l’osservanza della legge e l’osservanza della sharia — per offrire una soluzione fiqhica (cioè basata sul fiqh)”.

Ha aggiunto: "In definitiva, la risposta sintetica è stata che, se una persona non può rimanere al tempo stesso vincolata alla legge e alla sharia, deve cambiare il proprio luogo di residenza e vivere in un posto in cui tale contraddizione (taʿāruḍ) non esista".

L’Hojjatoleslam wal-Muslimin Mofatteh ha proseguito: “Un altro tema che in Europa si presenta di frequente è la questione della poligamia e del divorzio giudiziale. Nei casi in cui il marito non concede il divorzio shariatico ma è stato ottenuto il divorzio legale, la donna rimane in una condizione di incertezza. Nel fiqh tradizionale, la soluzione proposta dall’autore dell’opera Jawahir al-Kalam è che, se il marito abbandona la religione, la donna viene liberata dal vincolo matrimoniale. Anche questa questione l’abbiamo esaminata in modo approfondito”.

L’Hojjatoleslam Mofatteh ha aggiunto: “Un altro dei temi importanti è stato quello del khutbah (sermone rituale della preghiera del venerdì) in lingua araba nelle comunità multinazionali, di cui abbiamo discusso, poiché in Europa ci troviamo di fronte a diverse nazionalità”.

Egli, richiamando l’attenzione sull’innovazione nella presentazione di queste opere, ha detto: “In ogni capitolo del libro è stato inserito un codice QR, che il lettore può scansionare per accedere ai file audio e video delle sessioni principali su YouTube. Spero che queste discussioni, che sono nuove e inedite e non hanno precedenti nel fiqh tradizionale, possano aprire la strada al dialogo e alla critica scientifica nella hawza (seminario religioso sciita duodecimano)”.

L’Hojjatoleslam Mofatteh ha sottolineato: “Il compianto Ayatollah Marefat diceva che la critica scientifica delle opere della hawza ne favorisce la crescita. Anch’io sostengo i seminaristi che si dedicheranno a criticare e a esaminare queste discussioni, e prevedo persino un premio per le migliori critiche, affinché questi dibattiti diventino più maturi e più applicabili”.

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