Wednesday 5 November 2025 - 11:36
Perché Fatima Zahra difese l’Imamato e la Wilayah fino all’estremo sacrificio?

L’Hojjatoleslam Seyyed Mahdi Tavakkol ha dichiarato che Fatima Zahra, nel brevissimo periodo di vita dopo il Profeta, è stata un simbolo di resistenza, di fedeltà alla wilayah e di opposizione alla deviazione e alla tirannia. Un simbolo che, se osservato con maggiore attenzione, ci rivela nuove dimensioni del suo impegno a difesa della wilayah.

Agenzia Hawzah News – Lo studioso ha spiegato che gli hadith sull’ira e la soddisfazione di Fatima sono riportati con espressioni diverse da fonti sciite e sunnite, senza che nessuno ne abbia mai messo in dubbio l’autenticità. In un hadith del Profeta (pace su di lui e sulla sua Famiglia) leggiamo: «Dio si adira per l’ira di Fatima e si compiace della sua soddisfazione» (al-Amali di Shaykh al‑Saduq, p. 384). Questa narrazione indica chiaramente l’infallibilità di Fatima Zahra e mostra come ella si manifesta negli attributi divini, al punto che ogni suo atto, parola e comportamento sono perfettamente conformi alla volontà di Dio.

Al‑Tabrisi (al‑Ihtijaj, vol. 1, p. 98) narra che dopo l’evento della Saqīfa dei Banū Saʿida, Fatima pronunciò il sermone di Fadak; entrando nella moschea, si levò in un lamento così intenso che tutti i presenti scoppiarono in pianto e l’assemblea fu scossa. Attese quindi che i singhiozzi si placassero e diede avvio al suo discorso.

Lo studioso ha osservato: chi aveva provocato la sua ira? E Dio non si adirò forse? Perché all’inizio del sermone parlò di Ali (pace su di lui) e delle sue virtù? Perché discusse con Abu Bakr sul suo diritto all’eredità, citando numerosi versetti del Corano? Non erano forse tutti segni del suo sdegno? Alcuni sunniti sostengono che Fatima si fosse irritata solo per un momento, per poi placarsi. Ma se così fosse, non implicherebbe forse che Dio stesso si sarebbe adirato e poi placato? È impossibile: Dio è la Verità manifesta (Cor. 24:25). L’ira di Fatima era dunque fondata sulla verità e comportava l’ira divina; e poiché la verità non muta, ella non si riconciliò mai.

Tavakkol ha aggiunto che la prova più chiara della sua insoddisfazione è un episodio degli ultimi giorni della sua vita: quando Abu Bakr e Umar andarono a farle visita, ella non parlò con loro e non si mostrò soddisfatta. Nelle raccolte di Bukhari e Muslim si legge: «Fatima, figlia del Messaggero di Dio, si adirò con Abu Bakr e lo evitò, e continuò a evitarlo fino alla sua morte» (Sahih Bukhari, vol. 4, p. 79; Sahih Muslim, vol. 3, p. 1380).

Nelle stesse fonti il Profeta afferma: «Fatima è parte di me: chi la fa adirare, fa adirare me» (Sahih Bukhari, vol. 2, p. 210). E ancora: «Chi la offende, offende me» (Sahih Muslim, vol. 7, p. 141, hadith 6201). Il Corano stesso ammonisce: «Coloro che offendono Dio e il Suo Messaggero, Dio li maledice in questo mondo e nell’altro e ha preparato per loro un castigo umiliante» (Cor. 33:57). Dunque, o si nega l’autenticità di questi testi, o si accusa Fatima di traviamento, oppure si riconosce la realtà: gli usurpatori del califfato hanno provocato l’ira divina.

Fatima Zahra, custode della Wilayah

Lo studioso ha ricordato che Fatima non cessò mai di difendere la Wilayah. Oltre al sermone di Fadak, secondo una narrazione riportata dal Majlisi, ella si recava nelle case dei Muhajirun e degli Ansar per invitarli a schierarsi con la verità, il califfato di Ali (pace su di lui). A Muadh ibn Jabal, che rimase indifferente di fronte al suo appello, disse con amarezza: «Giuro su Dio che non ti rivolgerò più la parola finché Dio non giudicherà tra me e te davanti al Messaggero di Dio». (Bihar al‑Anwar, vol. 29, p. 192)

Le sue lacrime presso la tomba di Hamza, zio paterno del Profeta dell’Islam, che diedero a quel luogo il nome di Bayt al‑Ahzan (casa del pianto), l’appiccamento della porta di casa, la perdita del figlio Muhsin e altri episodi testimoniano la profondità della sua resistenza. Ella scorgeva un pericolo mortale per la religione del Profeta e una storica e immane ingiustizia destinata a protrarsi fino alla manifestazione dell’Imam Mahdi (che Dio ne affretti la manifestazione).

Lo studioso seminarista ha aggiunto che, come spiegò Fatima Zahra a uno dei compagni che le chiese il motivo dei suoi intensi pianti a Uhud, se il diritto fosse stato restituito ai suoi legittimi depositari e si fosse seguita la famiglia del Profeta, neppure due persone avrebbero discordato su Dio, e la Wilayah sarebbe rimasta salda, trasmessa di generazione in generazione, di epoca in epoca, fino alla manifestazione dell’Imam Mahdi. (Bihar al‑Anwar, vol. 36, p. 353)

L’usurpazione del califfato e le sue conseguenze

L’Hojjatoleslam Tavakkol ha spiegato che la superbia spinse alcuni a considerarsi superiori al legittimo successore del Messaggero di Dio (S), volgendo lo sguardo unicamente a fama e potere terreno. Un simile atteggiamento, privo di timor di Dio, generò tirannia, ingiustizia, usurpazione e saccheggio. Infatti Dio dice: «E quando [l’ipocrita] volta le spalle, si affanna a diffondere corruzione sulla terra, distruggendo i raccolti, il bestiame e gli uomini» (Cor. 2:205). E come la deviazione della Saqīfa aprì la strada ad altre deviazioni, così oggi assistiamo alle atrocità perpetrate da Israele e dai suoi sostenitori.

L’attualità dell’insegnamento di Fatima

Lo studioso ha concluso invocando pace e benedizioni su Fatima Zahra, la martire lucida e risoluta che, dopo il Profeta, difese la Wilayah con tale vigore che il suo segno permane fino a oggi. Ha ricordato che la sua tomba rimase nascosta per sua volontà e che la sua vita si spense così presto, pur essendo nel pieno delle forze, affinché vi fosse «un monito per chi ha cuore e ascolta con attenzione» (Cor. 50:37). Ha quindi esortato a seguire l’esempio di Fatima Zahra e a non voltare mai le spalle al fronte della resistenza contro i tiranni oppressori, come lei non rivolse più la parola agli usurpatori del califfato di Ali, rammentando che proprio quegli usurpatori avevano stretto un patto con Dio di non fuggire davanti al nemico, e che il patto con Dio sarà oggetto di responsabilità (Cor. 33:15). Ha infine invocato: «Pace e benedizioni su Fatima il giorno in cui nacque, il giorno in cui fu martirizzata e il giorno in cui sarà risuscitata viva».

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