Agenzia Hawzah News - Affrontare le spiritualità emergenti è oggi uno dei settori importanti dell’attività scientifica e culturale del seminario di Qom. Negli ultimi anni, grazie alle proprie risorse accademiche e formative, il seminario ha compiuto passi significativi nella critica, identificazione e chiarificazione dei movimenti spirituali devianti.
L’ingresso delle spiritualità emergenti in Iran
I primi segnali dell’arrivo di movimenti mistici non islamici in Iran risalgono a oltre cinquant’anni fa. Negli anni ’60, circoli ristretti iniziarono a discutere di realtà come l’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna (Hare Krishna), alcune scuole di yoga e il pensiero di Jiddu Krishnamurti.
Alla fine degli anni ’70, il misticismo dei nativi americani si diffuse in Iran attraverso la traduzione delle opere di Carlos Castaneda e dei libri di Osho. Questo fenomeno raggiunse il suo apice negli anni ’90, quando numerose opere di autori come Osho, Krishnamurti, Castaneda, Louise Hay, Catherine Ponder, Sai Baba e il Dalai Lama entrarono nel panorama culturale iraniano.
La diffusione di questi movimenti ha causato danni alla religiosità, allo stile di vita e alla cultura generale, rendendo evidente la necessità dell’intervento delle istituzioni religiose per spiegare e criticare il fenomeno.
I pionieri della critica nel seminario
Il compianto Allamah Mohammad-Taqi Jafari fu tra i primi studiosi del seminario a criticare direttamente le opere di Krishnamurti. In una sezione del suo commento al Nahj al-Balagha, intitolata “Krishnamurti e i suoi sofismi”, analizzò e confutò le idee del pensatore indiano.
Successivamente, anche il martire Morteza Motahhari affrontò nelle sue opere il tema del “vuoto spirituale nel mondo moderno”, evidenziando le radici umanistiche delle spiritualità emergenti.
Negli ultimi decenni, grandi autorità religiose come l’Ayatollah Makarem Shirazi, l’Ayatollah Vahid Khorasani e l’Ayatollah Alireza Arafi hanno sostenuto la ricerca scientifica e la creazione di istituzioni specializzate, favorendo la formazione di esperti e la critica accademica di questi movimenti.
Istituzionalizzazione delle attività
L’ingresso ufficiale del seminario di Qom nel campo della lotta contro le spiritualità emergenti risale al 2004, in seguito a una lettera dell’Ufficio della Guida Suprema al Consiglio Supremo della Rivoluzione Culturale, che sottolineava la necessità di organizzare le attività in tre ambiti: ricerca, formazione e divulgazione.
Dalla metà degli anni 2000, sono emerse numerose ricerche specialistiche. La pubblicazione del numero speciale Ketab-e Naqd nell’estate del 2005, con articoli di docenti del seminario come Hamidreza Mazaheri Seif, Behzad Hamidiyeh e Hadi Vakili, segnò l’inizio del movimento scientifico di critica alle spiritualità emergenti.
Tra le opere pubblicate in seguito si segnalano:
Analisi critica dei movimenti mistici emergenti (Hamidreza Mazaheri Seif, 2008)
Sole e ombre (Mohammad-Taqi Faali, 2007)
Gnosi autentica, gnosi falsa (Ahmad-Hossein Sharifi, 2009)
Questi testi hanno posto le basi per un discorso scientifico condiviso tra seminario e università.
Convegni e istituzioni scientifiche
L’Ufficio per la Divulgazione Islamica ha svolto un ruolo attivo fin dall’inizio, anche attraverso la fondazione del “Polo per il rafforzamento della fede religiosa e la lotta contro le sette devianti”. Il primo convegno nazionale sulle spiritualità emergenti si è tenuto nel 2019, con oltre 120 abstract e 80 articoli inviati alla segreteria.
Il secondo convegno si è svolto nel 2023, e oggi la sua segreteria permanente è attiva presso il seminario di Qom. Inoltre, l’Università delle Religioni e delle Denominazioni ha avviato un corso di laurea magistrale in “Spiritualità emergenti”, e anche l’Istituto Imam Khomeini e l’Istituto Khatam al-Nabiyyin stanno istituendo corsi di livello magistrale e avanzato, un’iniziativa molto positiva.
Attività formative e mediatiche
Oltre alla ricerca, il seminario di Qom ha avviato programmi formativi per preparare educatori e divulgatori capaci di affrontare criticamente le spiritualità emergenti.
Sul piano mediatico, sono stati prodotti numerosi contenuti, tra cui:
La serie televisiva Pendar (13 episodi, prodotta dal Centro di Ricerca Baqer al-Olum, trasmessa su IRIB 2 e IRIB Mostanad)
Il programma radiofonico Rah o Birah (110 episodi, Radio Maaref)
I programmi ‘Verità non dette sulle religioni’ e ‘Salvezza dal Cerchio’ su IRIB Velayat
Anche l’unità mediatica del Dipartimento per la Divulgazione (AdyanNet), il gruppo culturale Sarāb-e Haghighat e altri critici attivi nel panorama mediatico contribuiscono alla chiarificazione pubblica.
Queste produzioni hanno avuto un ruolo importante nella spiegazione scientifica e divulgativa dei pericoli legati ai movimenti mistici devianti.
Risultati e sfide
Gli sforzi del seminario di Qom hanno generato un movimento scientifico, mediatico e sociale volto alla critica delle spiritualità emergenti. Oggi, gli studiosi del seminario utilizzano approcci interdisciplinari in teologia, psicologia e sociologia per analizzare il fenomeno.
Grazie alla chiarificazione avvenuta negli ultimi anni, si è riusciti a frenare la rapida diffusione di movimenti devianti come il Misticismo del Cerchio (Erfan-e Halqeh), e l’associazione Salvezza dal Cerchio ha aiutato le persone danneggiate da questo movimento a guarire e liberarsi dai suoi effetti.
Tuttavia, a causa dell’ampiezza delle attività dei movimenti spirituali non islamici e della carenza di risorse e personale, gli interventi attuali non sono ancora sufficienti. Gli attivisti del settore ritengono che una risposta efficace richieda la collaborazione tra istituzioni culturali, sostegno finanziario e rafforzamento della resilienza e della coesione tra le forze attive. La lotta principale contro questi movimenti deve essere popolare: solo una consapevolezza diffusa dei danni e delle deviazioni può generare una resistenza collettiva. In sostanza, il contrasto avviene con il coinvolgimento popolare, tramite chiarificazione e spiegazione.
Conclusione
Negli ultimi vent’anni, il seminario di Qom ha affrontato le spiritualità emergenti con un approccio scientifico e sistematico. Le attività sono passate da critiche individuali a un livello istituzionalizzato, interdisciplinare e mediatico, e oggi si trovano in fase di consolidamento e espansione.
Nonostante le sfide, l’esperienza del seminario rappresenta un esempio riuscito di integrazione tra razionalità religiosa, ricerca scientifica e chiarificazione culturale contro i movimenti spirituali devianti.
Mohammad-Javad Nasiri, ricercatore nel campo della spiritualità e delle religioni emergenti
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